Genova. Si fingevano avvocate, in alcuni casi anche magistrate, e millantavano di poter fornire certificati di cittadinanza italiana a cittadini stranieri, principalmente di origine sudamericana, dietro pagamento.
A scoprirle, due donne di 30 e 32 anni – Martina Giudici e Stefania Lady Castro – sono stati gli investigatori della squadra mobile di Genova, al termine di una lunga indagine che ha consentito di ricostruire una strategia curata sin nei minimi dettagli, dall’affitto di studi professionali all’utilizzo di carta intestata.
Le persone finite nella rete delle due finte avvocate sono diverse, un giro d’affari che ha fruttato alle due truffatrici circa 70.000 euro. Per dare credibilità al personaggio, le due donne incontravano i clienti in bar vicini alla prefettura o al tribunale, oppure – molto più spesso – affittavano studi adibiti al co-working in quartieri prestigiosi in cui allestivano il falso ufficio. Luoghi con reali postazioni di lavoro e addetti alla reception, che ricevevano gli ignari clienti e li indirizzavano verso gli “avvocati”, che firmavano gli atti identificandosi appunto come avvocati di uno studio legale e tributario associato.
I falsi certificati e le altre comunicazioni venivano inoltre redatte su carte intestate a uffici ministeriali, corredati da timbri istituzionali falsificati. Un carteggio costruito con la massima attenzione ai dettagli, cui le due donne – una cittadina italiana e una sudamericana – si dedicavano a tempo pieno, riuscendo ad “agganciare” moltissime persone.
Mercoledì gli agenti della mobile hanno eseguito due misure cautelari con l’accusa di truffa aggravata in concorso: per la trentenne sono stati disposti gli arresti domiciliari, per la 32enne l’obbligo di dimora e di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.