Il tempo passa

“Sarà realtà entro il 2023”, tutti gli annunci disattesi (e i pochi rispettati) della politica genovese

Opere, trasformazioni, miglioramenti che avrebbero dovuto già compiersi e invece, a 2024 appena iniziato, sono ancora sulla carta

waterfront levante canale toti bucci

Genova. In realtà i bilanci si fanno alla fine dell’anno che sta per terminare, ma noi abbiamo voluto attendere qualche giorno nell’eventualità che qualche miracolo cambiasse improvvisamente lo stato delle cose. Purtroppo, però, non è accaduto nulla di prodigioso. E allora non resta che prendere atto di tutti gli annunci di opere, trasformazioni, miglioramenti che avrebbero dovuto compiersi “entro il 2023” e invece, a 2024 appena iniziato, sono ancora sulla carta. Ovviamente l’elenco non è esaustivo e si limita a quanto ci viene suggerito dai motori di ricerca.

“Sarà tutto pronto entro il 2023”, assicurava il sindaco Marco Bucci il 5 luglio 2021 parlando del Waterfront di Levante. Addirittura il nuovo Palasport e i canali avrebbero dovuto vedersi nel 2022. La realtà si è rivelata più complessa delle aspettative, complice l’inatteso ritrovamento di idrocarburi inquinanti che ha costretto a una difficile e onerosa bonifica dei terreni dell’ex Fiera. Oggi l’unico traguardo raggiunto è l’acqua nel canale (entrata il 27 maggio 2023) e quest’anno dovremmo vedere la nuova arena sportiva e i primi condomini ultimati. Ma anche il parco in piazzale Kennedy: pure questo doveva essere finito tra fine 2023 e inizio 2024, invece sono appena iniziati i lavori.

Ben più clamoroso è il caso dell’Hennebique, l’ex silos granario abbandonato da decenni nel bacino del porto antico. “La data indicativa di fine lavori è il 30 settembre 2023, in ogni caso contiamo di terminare entro la fine di quell’anno”, annunciava l’8 novembre 2021 Cristian Vitali, amministratore delegato dell’omonima azienda che si è aggiudicata il project financing da 100 milioni per la rigenerazione, durante una conferenza stampa convocata per celebrare la partenza dei lavori. Da allora l’espressione “finalmente si parte davvero” è stata detta e scritta con cadenza pressoché litanica, mentre il gigante di cemento giace ancora lì immutato nella sua fatiscenza. L’ultima svolta è stata annunciata lo scorso 18 ottobre dopo il via libera dell’Autorità portuale alla variante progettuale resa necessaria dall’imprevedibile (?) scoperta di un rio sotterraneo nella zona dei parcheggi.

Secondo l’assessore Francesco Maresca, “entro il 2023” quello di Genova sarebbe stato il “primo porto elettrificato d’Italia”. La dichiarazione risale alla campagna elettorale del 2022 che ha visto la riconferma in carica del sindaco Bucci. Fatto sta che i lavori per il cold ironing sono iniziati (almeno ufficialmente) solo lo scorso 30 ottobre. E non riguarderanno nemmeno tutte le banchine del porto passeggeri, ma solo i primi quattro accosti, tre per i traghetti e uno per le crociere: questo si può fare coi 20 milioni concessi dal Governo. Ora sulla lavagna c’è scritto “entro il 2024“: ci ritroveremo qui tra un anno per vedere se il fumo nero raggiungerà ancora le finestre di chi abita di fronte al porto.

Il record di “scadenze rimandate” appartiene probabilmente al progetto unificato Terzo Valico e nodo di Genova. Secondo il piano di bacino del trasporto regionale presentato nel 2019 da Gianni Berrino, allora assessore ai Trasporti, nel 2023 avremmo avuto treni più veloci e più frequenti nella tratta Voltri-Nervi, con una corsa ogni 15 minuti e l’assenza di conflitti tra linee regionali e linee a lunga percorrenza. Il cantiere del nodo, dopo tre anni di stop dovuti al fallimento di Astaldi, è ripartito a luglio 2020 sotto le insegne di WeBuild. Si prevedeva di terminare in due anni e mezzo, invece i pendolari continuano a subire disagi. Ad oggi, se non ci saranno altri intoppi, il potenziamento della ferrovia a Genova sarà realtà all’inizio del 2025, il Terzo Valico sarà tutto scavato nel 2026 (lo ha ribadito Rixi e lo impone il Pnrr), poi bisognerà completare le opere accessorie e soprattutto raddoppiare i binari oltre Tortona. Altrimenti Genova-Milano in meno di un’ora rimarrà solo teoria, così come il miglioramento del servizio in ambito urbano se non cambieranno gli accordi Trenitalia-Regione o l’assetto gestionale.

In verità, in tema di trasporto pubblico una promessa è stata praticamente mantenuta (non proprio alla lettera): la metropolitana gratuita entro il 2023. Lo aveva promesso Bucci a dicembre 2022 ed è così dal 1° gennaio di quest’anno. All’epoca il sindaco aggiunse che l’obiettivo era la gratuità totale dei mezzi Amt da sostenere facendo pagare “una congestion charge a chi ha mezzi inquinanti”, un pedaggio per entrare in centro, a patto di potenziare prima il trasporto pubblico. L’idea non è affatto tramontata, ma di certo non si farà prima del 2025 e probabilmente l’orizzonte è ancora più lontano, visto che gli assi di forza saranno completati nel 2026 e le prime estensioni “sensibili” della metropolitana si vedranno forse nel 2027 con lo Skymetro.

Alcuni annunci sono “scaduti”, però sono abbastanza prossimi alla concretizzazione, sebbene gravati da dilazioni e tentennamenti storici. È il caso del trasferimento dell’ex facoltà di ingegneria agli Erzelli, i cui lavori dovevano iniziare nel 2023 per procedere al trasferimento intorno al 2028. Dopo l’aggiudicazione del primo lotto di gara a Percassi, il presidente ligure Giovanni Toti ha annunciato l’avvio del cantiere per l’inizio del 2024 “in perfetta linea con il cronoprogramma”. Tra i lavori molto più modesti ma comunque impattanti che si avviano alla conclusione (prevista in realtà per il 2023) ci sono quelli dell’ex palazzo delle Poste di Borgo Incrociati, futura sede dell’Iren, che da anni era in attesa di riqualificazione.

E poi ci sono le opere “minori”, magari non strategiche per l’economia cittadina ma fortemente attese dagli abitanti, specie nelle periferie. Come il parco delle dune a Pra’, che doveva essere tutto pronto entro l’anno scorso ma risulta ancora aperto a metà, o l’ex mercato ovo-avicolo del Campasso il cui cantiere è partito a rilento. Più avanzata la ristrutturazione della piscina Mameli a Voltri, ma l’inaugurazione non è ancora in programma e negli ultimi mesi si sono aggiunti i danni provocati dalla mareggiata.

 

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