Il processo

Ponte Morandi, l’ex ministro Lunardi: “Feci demolire e ricostruire un viadotto segnalato come a rischio, del Polcevera all’epoca non ho mai sentito parlare”

"Il compito del concessionario è curare la manutenzione della rete e segnalare le criticità al concedente"

Genova. “Nei cinque anni in cui sono stato ministro del viadotto Polcevera non ho mai sentito parlare”. Lo ha detto oggi in aula l’ex ministro per le infrastrutture e i trasporti del secondo governo Berlusconi Pietro Lunardi, chiamato a testimoniare nel processo per il crollo del ponte Morandi. Lunardi, ministro dal 2001 al 2006, è stato chiamato dalla difesa di Mauro Coletta, in passato dirigente del ministro deputato al controllo sulle concessioni autostradali.

I suoi legali hanno chiesto a Lunardi di ricostruire la catena di comando e i rapporti tra concedente e concessionario. 

L’ingegnere, oggi 84enne, è noto alle cronache soprattuto per aver introdotto il sistema della patente a punti. “All’epoca c’erano due grandi concessionari autostradali, Autostrade e il Gruppo Gavio – ha speigato- Il compito dei concessionari  era non solo costruire la rete, ma anche sorvegliarla e manutenerla”. 

Lunardi ha anche spiegato come di fronte a una segnalazione di rischio era possibile e anzi doveroso intervenire, come fece lui nel caso di un ponte sull’autostrada Parma mare: “Si trattava del viadotto Roccaprebalza, un viadotto particolare rispetto agli altri perché era l’unico ad avere le carreggiate sovrapposte. In quel caso Gavio, che era il concessionario, segnalò ad Anas che c’erano dei distacchi di calcestruzzo. Le unità territoriali di anas segnalarono a Roma e da lì la segnalazione arrivò a me che feci chiudere il viadotto e nel giro di due anni e mezzo venne ricostruito togliendo le carreggiate sovrapposte e mettendole invece affiancate”.

La funzione dei concessionari è quella di controllare e avvisare il concedente” ha aggiunto Lunardi parlando con i cronisti. A proposito di quello che può essere accaduto nel caso del Morandi ha però precisato di “non aver seguito la vicenda del ponte, anche perché io mi occupo di gallerie nel sottosuolo. E’ quello il mio mestiere”.

Lunardi, che per tutta la vita – ad eccezione della breve pausa da ministro – ha lavorato tutta la vita nel privato nell’ambito della progettazione e realizzazione di opere sotterranee. Prima con la Cogefar e poi con l’azienda da lui fondata la Rocksoil si è occupato tra l’altro – ha spiegato lui stesso – della metropolitana di Genova, dello scolmatore del Bisagno, del Terzo valico e ha partecipato alla progettazione della Gronda di ponente. “La gronda era pronta a partire proprio quando è crollato il ponte Morandi”.

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