Il processo

Patuanelli e i colloqui ‘segreti’ con Castellucci su Alitalia: “Non incontrarlo sarebbe stato nel mio interesse, ma io agivo nell’interesse dello Stato”

Sette incontri, di cui alcuni a casa della senatrice Lupo proprio nel momento in cui il M5S invocava la revoca delle concessioni ad Aspi, ma l'ex ministro pentastellato difende la sua scelta

Genova. Sette incontri che a lungo rimasero ‘segreti’ tra l’autunno del 2019 e l’inizio del 2020 tra l’allora ministro allo Sviluppo economico grillino Stefano Pautanelli e Giovanni Castellucci per cercare di chiudere il dossier Alitalia, la compagnia di bandiera che era allora in amministrazione controllata. Di quegli incontri ha parlato oggi in aula lo stesso Patuanelli, oggi senatore M5S, chiamato dagli avvocati dell’ex numero uno di Aspi e Atlantia, e oggi uno dei principali imputati nel processo per il crollo del ponte Morandi.

Incontri che – quando furono rivelati dalla stampa – suscitarono parecchio clamore perché proprio in quel momento il M5S era il partito di governo che più di tutti sosteneva la necessità di revocare le concessioni autostradali ad Aspi.

Ma Patuanelli non si occupava della tragedia del 14 agosto 2018 bensì aveva fra le mani un altro dossier caldissimo, quello di Alitalia appunto e stava cercando forsennatamente aziende che fossero interessate al salvataggio. Due erano le cordate principali all’epoca, una era formata da Atlantia più ferrovie dello Stato, l’altra dai tedeschi di Lufthansa.

Castellucci non aveva più un ruolo in Atlantia visto che si era dimesso, ma conosceva a fondo la situazione e gli studi preliminari che aveva fatto il suo gruppo manifestando interesse. Non solo: Castellucci vantava anche un’interlocuzione con Lufthansa”.

Così, per tramite dell’allora senatrice pentastellata Giulia Lupo, Patuanelli e Castellucci si incontrarono varie volte: “Vidi Castellucci in tutto sette volte – ha raccontato oggi Patuanelli in aula – diverse volte a casa della collega Lupo, una volta nell’ufficio romano di Castellucci e una volta nel mio ufficio”. Per Patuanelli “Castellucci era un interlocutore qualificato, ma fu lui a proporsi e da me non ebbe mai alcun mandato ad agire come rappresentante del governo”. In cambio Castellucci chiese la presidenza di Alitalia, se le sue intermediazioni fossero andate in porto: “Non lo fece direttamente con me ma con la collega Lupo” ha confermato il senatore.

Le cose sono andate poi diversamente per Alitalia e nel frattempo Atlantia si era sfilata dalla corsa: “Ci dissero che la scelta derivava dalla fatto che la loro concessione delle autostrade era a rischio e non potevano quindi garantire gli investimenti in quella situazione di incertezza”.

Fuori dall’aula Patuanelli, ai giornalisti che gli hanno chiesto se quei colloqui, a due anni dal crollo e con le indagini in corso li riteneva opportuni ha difeso la sua scelta: ““Era una fase molto antecedente rispetto al coinvolgimento formale dell’ingegner Castellucci. Io in realtà l’ho sempre vista come un mio obbligo quello di dover chiudere nel miglior modo possibile il dossier Alitalia a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici di quella compagnia e avere informazioni era fondamentale in quella fase. Io come ministro ho giurato di svolgere le mie funzioni nell’interesse esclusivo dello Stato. Non incontrarlo sarebbe stato forse nel mio interesse ma non in quello della Nazione”.

 

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