Da approfondire

Nuovo casello di Pegli, pioggia di osservazioni: la galleria interferisce con falda e pozzi. Arpal: “Serve galleria fonica per il rumore” fotogallery

Gli studi modellistici del progetto non basterebbero per scongiurare il rischio di contaminazione dell'acqua del sottosuolo, mentre la vicinanza ai giardini John Lennon deve essere mitigata

Nuovo casello svincolo di Pegli

Genova. Approfondire e quantificare l‘interferenza con la faglia sottostante, elaborare un modello che posso prevenire eventuali migrazioni di sostanze contaminanti, elaborare uno studio sulle interferenze con opere di bonifica dei siti interessati e inserire nel progetto opere di mitigazione del rumore per salvaguardare la fruibilità dei vicini giardini pubblici. Queste sono in sintesi le integrazioni richieste da Regione Liguria al progetto di Autostrade per l’Italia per la realizzazione del nuovo casello di Pegli, opera inserita nel “contratto” post Ponte Morandi e che in queste settimane ha già sollevato diverse perplessità tra i cittadini e i residenti della zona.

Il progetto, come è noto, prevede la costruzione di una galleria che possa portare il traffico in uscita dalla A10 direttamente in Aurelia senza passare tra le case di Multedo: il tunnel, stando alle carte progettuali, sarebbe realizzato sotto gli attuali impianti di Carmagnani, e sarebbe collegato con lo svincolo attraverso un elicoidale realizzato in parte dove oggi sono presenti i giardini John Lennon, unico piccolo ma frequentatissimo polmone verde del quartiere.

Ma la realizzazione di quest’opera potrebbe non essere così lineare. Secondo gli stessi studi che hanno accompagnato il progetto – oggi in fase di valutazione di impatto ambientale – gli scavi avanzerebbero all’interno di un terreno che potrebbe presentare due principali criticità. La prima è quella legata al  fatto che il cantiere attraverserà un sito i cui terreni hanno necessità di una bonifica visto che ospitano ad oggi gli impianti di stoccaggio di prodotti chimici. In secondo luogo la zona di scavo interferirebbe con una importante e imponente falda acquifera, che quindi sarebbe a rischio sia di essere contaminata sia di essere destabilizzata.

Per questo motivo, nelle osservazioni depositate da Regione Liguria, facendo riferimento alle valutazioni espresse anche da Città Metropolitana, la richiesta è quella di produrre un modello più definito di quello che si andrà a fare nel sottosuolo: “Tale modello – si legge nel documento – supportato anche da analisi numeriche, dovrà essere spinto alle profondità interessate dalle opere in sotterraneo ed esteso ad un più ampio areale tale da consentire una quantificazione dell’effettiva interferenza sulla circuitazione sotterranea ed identificare le linee di migrazione dei contaminanti che verrebbero a prodursi per effetto degli scavi, delle conterminazioni e dei drenaggi necessari alla realizzazione dell’infrastruttura. In esito a tale modello dovranno essere individuate misure di monitoraggio e di mitigazione degli impatti da mettersi in atto nell’ante operam, nelle varie fasi di cantierizzazione ed al termine dei lavori”.

Secondo quanto riportato dal progetto, inoltre, gli scavi interferirebbero con due pozzi di emungimento delle acque sotterranee. Per uno di questi è prevista la dismissione, con la realizzazione di due nuovi impianti ad est e a ovest della galleria, mentre per il secondo pozzo, il P2, anche se non direttamente interessato dalle operazioni di cantiere potrebbe arrivare comunque ripercussioni: “La galleria a progetto risulta collocata in direzione pressoché trasversale al flusso della falda – si legge nell’osservazione – proprio verso il pozzo di emungimento P2. Anche in questo caso, viene rinviata ad una fase successiva un’eventuale verifica sulla produttività del pozzo di emungimento in questione. In particolare è proposto di valutare, a seguito della realizzazione dell’opera di progetto e in caso di evidenti cali significativi, l’implementazione della barriera idraulica con un ulteriore pozzo a “monte idrogeologico” rispetto al tracciato della galleria”.

Per quanto riguarda le opere in superficie, invece, Regione Liguria ha aggregato nel documento le valutazioni fatte da Arpal. In particolare una delle prescrizioni presentate dall’ente è quella di prevedere durante gli scavi monitoraggi per gli inquinanti e per le sostanze chimiche probabilmente contenute nei suoli durante le bonifiche. Ma non solo. Visto che il nuovo tracciato sposterà i flussi di traffico, Arpal ha previsto la realizzazione di interventi di risanamento per un edificio di via Ronchi nei pressi di quella che sarà la nuova rotonda, e, per quanto riguarda lo svincolo di ingresso alla galleria, che di fatto sarà limitrofo ai giardini John Lennon, è stato richiesto di valutare la realizzabilità di una galleria fonica “sia per diminuire in modo più significativo l’impatto acustico sui recettori circostanti sia quale elemento di separazione del nuovo tratto stradale dagli spazi adibiti a luoghi sportivi e giardini pubblici limitrofi”.

Le osservazioni depositate in questi giorni, in definitiva, non stoppano il progetto ma evidenziano alcune possibili criticità che in questi mesi sono state già evidenziate dai comitati di quartiere e dai residenti della zona, che hanno chiesto più volte di fermare questo progetto per trovare soluzioni meno impattati e meno a rischio. La gestione degli inquinanti e delle acque è un aspetto prioritario per il quartiere, che ad ogni pioggia è costretto a convivere con allagamenti e disagi. In attesa di sapere il vero destino dei depositi chimici oggi e dell’area di Fondega Sud, ancora “appesa” da interessi contrastanti.

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