Genova. I genovesi sono i cittadini più penalizzati d’Italia sul fronte dei prezzi al dettaglio. La denuncia arriva dal Centro di formazione e ricerca sui consumi guidato da Furio Truzzi che ha messo a confronto i dati Istat sull’inflazione del 2023.
“Genova ha registrato lo scorso anno il tasso di inflazione medio più alto d’Italia, pari al +6,9% contro una media nazionale del +5,7% – spiega Furio Truzzi – spulciando i dati dell’Istat emerge come i genovesi abbiano subito una crescita dei prezzi più sostenuta rispetto al resto d’Italia in diversi settori: ad esempio per cibi e bevande hanno speso il 10,3% in più rispetto all’anno precedente, +9,1% per la voce “Abitazione, acqua, luce e gas”, +8,6% per articoli e servizi per la casa, mobili, elettrodomestici, manutenzione, e così via. Le tariffe di hotel, b&b e strutture ricettive in genere sono salite addirittura del +13,9% su base annua, e per mandare i figli a scuola le famiglie hanno speso quasi il doppio rispetto alla media nazionale, +2,1%”.
Va meglio solo per i servizi sanitari, rincarati del +1,2% rispetto al tasso medio del +1,6% in Italia, per i servizi di trasporto (+7,6% contro +7,7% della media nazionale) e per la ristorazione (+5,8% al pari della media nazionale) – analizza ancora il Centro di formazione e ricerca sui consumi.
“Una famiglia residente a Genova si è ritrovata così a spendere lo scorso anno circa 1.500 euro in più a parità di consumi a causa della corsa dei prezzi al dettaglio – prosegue Truzzi – Una anomalia che non trova giustificazione considerato che gli stipendi in regione sono rimasti al palo, e di certo i genovesi non godono di redditi più elevati rispetto a chi risiede in altre aree del Paese: gli ultimi dati Istat ci dicono ad esempio che il reddito annuo di una famiglia genovese è pari in media a 31.586 euro, contro i 33.798 euro della media nazionale”.