Scontro

“Il testimone”, polemiche per il film russo sul conflitto in Ucraina al Cap: “Non proiettatelo”

Sarà presentato il prossimo martedì. Mattia Crucioli: "Dopo ci sarà un dibattito aperto a tutti, pro e contro"

il testimone film russo

Genova. La proiezione del film russo sul conflitto in Ucraina, intitolato “Il testimone”, prevista per il prossimo martedì 23 gennaio ore 19 presso la sala Cap di San Benigno (con replica sabato 3 febbraio alle ore 15.00) sta scatenando diverse polemiche e uno scontro politico a distanza tra alcune formazioni politiche.

Il film è un lungometraggio prodotto in Russia e ha come soggetto la storia di un violinista belga, Daniel Cohen, che dopo un viaggio a Kiev viene coinvolto nel conflitto, assistendo anche a quelli che vengono presentati come crimini commessi dai nazionalisti ucraini in un villaggio del paese. Il protagonista, sconvolto dai fatti a cui ha assistito, decide quindi di partire per raccontare al mondo quello che ha visto, appunto, da testimone. La proiezioni genovese sarà accompagnata dalla presenza dei giornalisti Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi, che da tempo si occupano di Donbass, in cui hanno lavorato per diversi mesi.

L’opera ha già scatenato polemiche in altre città, come Bologna e Torino, dove alla fine la proiezione è stata bloccata. Lo stesso sta avvenendo anche a Genova. I primi a scagliarsi contro la prima proiezione, organizzata da “Uniti per la Costituzione” di Mattia Crucioli, è stata l’associazione “Stand for Ukraine“, che su facebook ha condannato l’iniziativa: “Lo scandalo sta nel fatto che la sua proiezione si terrà in una sala pubblica del Comune di Genova, la Sala CAP. Al fianco dei soliti noti Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi animerà questa serata di propaganda il consigliere comunale di Genova Mattia Crucioli. Abbiamo già provveduto a scrivere la lettera aperta al sindaco di Genova Marco Bucci. Speriamo”.

il testimone film russo

Una lettera aperta dove sostanzialmente si chiede un intervento del sindaco per impedire questa proiezione: “Troviamo inaccettabile che un tale evento venga proposto nella città di Genova, in una sede istituzionale del comune senza che nessuna voce ufficiale si alzi per condannare l’evento”. Anche se il Cap, di fatto, non è una sede istituzionale del Comune di Genova.

A rincarare la dose +Europa che in una nota stampa ha chiesto direttamente ai responsabili del Cap di rinunciare a questo evento. Ma non solo “A fare impressione è la promozione dell’evento da parte di un movimento che ha l’ardire di chiamarsi “Uniti per la Costituzione” – si legge nella nota stampa – Al loro leader Mattia Crucioli, eletto con M5S nel 2018 al Senato e poi migrato al gruppo misto nel 2021, raccomandiamo un bel ripasso della nostra Carta, i cui valori fondanti sono anche quelli della Resistenza, vale a dire la difesa di libertà e democrazia che stanno animando i partigiani ucraini di fronte all’invasione russa. A Genova le dittature non sono mai state tollerate: nel 1945 insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare per aver costretto alla resa i nazisti prima dell’arrivo dei liberatori alleati in città. Gli sgherri di Putin sono avvertiti, il sostegno all’Ucraina non è in discussione“.

Accuse a cui risponde lo stesso Crucioli, contattato da Genova24: “Io sono abituato a giudicare le cose dopo averle viste – ha sottolineato il consigliere comunale – soprattuto se si tratta di film. Invito tutti a farlo. Dopo la proiezione del film è previsto un dibattito aperto a tutti a cui invito gli attivisti di +Europa a partecipare. Discuteremo insieme di quello che avremo visto. L’unica cosa per cui sono realmente dispiaciuto – aggiunge Crucioli – e che siano stati tirati in ballo i responsabili della sala Cap che da sempre gestiscono questo prezioso spazio nella maniera più aperta, inclusiva e trasparente possibile, caso più unico che raro in città. Scaricare su di loro questa polemica è una cosa scorretta”.

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