Genova. Un’ora e venti spassosa, brillante, sopra le righe. Funziona la trasposizione in epoca contemporanea (precisamente negli anni Ottanta) degli Innamorati di Carlo Goldoni da parte di Luca Cicolella, autore della regia, dell’adattamento e egli stesso protagonista nei panni di Fulgenzio. Lo spettacolo, una produzione del Teatro Nazionale di Genova, è in scena sino al 4 febbraio nella sala Mercato del Teatro Modena di Sampierdarena (orario 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16).
La gelosia è una malattia, un flagello capace di rovinare chi si è già dichiarato, chi si ama. Succede anche a Fulgenzio ed Eugenia: sono innamorati, ma lei non sopporta che lui debba prendersi cura della cognata Clorinda e lui alterna lacrime e nervosismo per poi infuriarsi quando lo zio di Eugenia, Fabrizio, porta a casa il gentiluomo Roberto sperando in un matrimonio di convenienza. A cercare di sistemare le cose ci pensano la sorella vedova di Eugenia, Flamminia, il servitore di Fabrizio, Succianespole e l’amico di Fulgenzio, Tognino.
Il testo di Goldoni (sono stati eliminati i personaggi di Lisetta, la cameriera, e Ridolfo, amico di Fulgenzio) calza a pennello in una Società sempre più in difficoltà nei rapporti interpersonali, dove in una conversazione basta una parola fuori posto per essere male interpretati. Così una palla di neve che rotola rischia di trasformarsi in una valanga. Forse il comportamento stesso di Eugenia e Fulgenzio è ancor più vicino ai giorni nostri, in cui egocentrismo e atteggiamenti sempre più stereotipati, figli dei social, sembrano ormai farla da padrone.
L’operazione di Cicolella prevede anche l’inserimento dell’inflessione dialettale (il calabrese per Fabrizio e il romagnolo per Tognino) che dà ulteriore sprint al testo. La scenografia (di Lorenza Gioberti), kitsch quanto basta, è essa stessa quasi un personaggio: il quadro di una madonna col cuore trafitto si tramuta in un videocitofono che diventa parte integrante della vicenda. Una tenda a fili fatta di stoviglie di rame è l’altro elemento forte dell’interazione tra i personaggi.
L’arrivo della cognata in casa di Fabrizio dà il via poi a una serie di momenti di puro mimo divertentissimi con una specie di mega rissa a tempo di musica (movimenti coreografici di Claudia Monti) che stimola il battimani a tempo. Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri e Gli innamorati di Umberto Tozzi le hit scelte per la colonna sonora della vicenda.
Ottima la prova degli attori: Alessio Praticò (Fabrizio) è bravissimo nell’interpretare lo zio opportunista con le problematiche di far quadrare il bilancio famigliare. Fabrizio Careddu e quasi commovente con il suo Succianespole: il servitore con piccoli tic, una mente semplice ma dal grande cuore. Igor Chierici ha il physique du rôle perfetto per dare corpo a Roberto, calato nei panni alla perfezione (guardategli le mani).
I due innamorati sembrano veramente fatti per andare in altalena: Giordana Faggiano è credibilissima nei suoi isterismi alternando lacrime e grinta da vendere. Luca Cicolella è un Fulgenzio che tocca il fondo per la disperazione, ma è anche capace di reazioni impetuose: emblematica la scena in cui i due innamorati passano dal sorridere e farsi il solletico a prendersi a botte. Bene anche Bruno Ricci (Tognino), Ilaria Martinelli (Flamminia) e Isabella Loi (Clorinda). Dopo aver visto quest’ultima comprendiamo di più la gelosia di Eugenia.