Genova. Un documentario per far capire cosa significa essere genoani a chi non conosce il Genoa. Sarà al cinema dal 29 gennaio al 4 febbraio, con un’anteprima allo Space Cinema del Porto Antico il 24 gennaio (tre le sale previste, con orario 19.45, 19.55 e 20), il docufilm ‘Genoa. Comunque e ovunque’.
Uno slogan che i tifosi hanno portato in giro parecchio soprattutto nei momenti meno felici per la compagine rossoblù. La presentazione ufficiale nel Salone di rappresentanza di Palazzo Tursi. Il docufilm, da un’idea di Mattia Mor, fondatore della casa di produzione Emotion Network, racconta storie di tifosi e di persone che nel Genoa hanno giocato, con l’obiettivo di raccontare “la storia di un amore incredibile a chi non conosce il Genoa. Storie di tifosi, sì, ma che fossero emblematiche. Per questo sono state scelte con grande attenzione le persone, la cui vita è stata in qualche modo condizionata dal calcio per farne un affresco socioantropologico” raccontano il regista Francesco Raganato, il co-produttore di Dude Originals Livio Basoli e l’autore Alessandro Dottavi.
Un amore riassunto dalla locandina, con madre e figlio che vanno verso la Gradinata Nord e che si inserisce nel piano di rinnovamento che la Società sta attuando nel coinvolgere i giovani senza dimenticare la storia.
In due mesi di riprese tante le testimonianze dei tifosi tra cui l’ideatore e il cucitore di tutti i grandi striscioni per le coreografie Dario Bianchi, sino al cantautore Bresh passando per ex giocatori che si sono ritrovati a fare una partita di vecchie glorie proprio al Ferraris: Diego Milito, Marco Rossi, Rodrigo Palacio, ma anche Gennaro Ruotolo e Claudio Onofri, solo per citarne alcuni.
“Il nostro obiettivo è ispirare le persone − chiarisce Mor − e niente più dello sport ha la capacità di emozionare. Sacchi diceva che lo sport è la cosa più importante delle cose meno importanti. Andiamo ad approfondire il senso profondo dell’essere genoani, la gioia del tifare come atto di fede a prescindere dai risultati”.
Nel docufilm compaiono anche il presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, che alla presentazione dichiara: “Queste iniziative ci danno una mano a coniugare la forza delle nostre tradizioni con il presente. Cerchiamo di coniugare lo spirito imprenditoriale con la storia della Società. Un grande patrimonio che si traduce in un passaggio dal glorioso passato al presente e al futuro. Il passaggio di consegne c’è stato”.
Per l’amministratore delegato del Genoa, Andres Blazquez, conferma: “Impossibile non emozionarsi e non vivere il Genoa in questa città, siamo circondati di rossoblù. Ho visto mia moglie che piangeva durante il film perché è davvero emozionante. Vogliamo però lasciare anche noi un segno, guadagnarci la fiducia dei tifosi e tra qualche anno vedere quando avremo terminato il progetto”. Blazquez spiega come è nato questo lavoro: “Mattia mi chiama attraverso un’amica comune e facciamo una chiacchierata di tre ore a Pieve Ligure. Tutta società è stata coinvolta in un lavoro impegnativo”.
L’assessore allo Sport del Comune di Genova, Alessandra Bianchi, dice: “Si tratta di una pellicola importante perché valorizza lo sport oltre il campo, con un legame importante con la città, grazie a una delle tifoserie più calde d’Italia. Nella capitale europea dello Sport ci permette di valorizzare un territorio: è un privilegio avere questa tifoseria nella nostra città. Poterlo ammirare in un docufilm è una bellissima occasione per tutto il mondo sportivo”. L’assessore ha consegnato la bandiera di Genova capitale dello sport a Zangrillo e Blazquez.
Proiezioni previste anche a Chiavari, Ronco Scrivia, Varazze e fuori Liguria: Milano, Bra e Cuneo le prime città aderenti, ma il numero di sale sta aumentando di giorno in giorno.