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Funivia forte Begato, approvato progetto fattibilità: restano le prescrizioni di Soprintendenza e Amt

I piloni dovranno essere meno impattanti, mentre deve essere ancora risolta l'interferenza con il progetto dei 4 assi di Amt

funivia forte begato

Genova. La conferenza dei servizi ha approvato negli ultimi giorni di dicembre il progetto di fattibilità tecnica ed economica della funivia che collegherà la Stazione Marittima di Genova a Forte Begato. Il costo stimato dell’opera è di 40,5 milioni di euro, finanziati con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il progetto prevede la realizzazione di un tracciato in due tronchi, con tre stazioni intermedie e quattro cabine da 60 posti. Il sorvolo delle cabine sarà prevalentemente oltre i 60 metri d’altezza. L’approvazione del progetto è stata condizionata da alcune prescrizioni della Soprintendenza, che ha chiesto di rivedere la grandezza, l’altezza e l’impatto visivo dei piloni, nonché i plinti di fondazione e le stazioni, in particolare quella di arrivo. La Soprintendenza ha inoltre espresso preoccupazione per l’impatto dell’opera sul sistema dei Rolli, patrimonio Unesco, una “dettaglio” che dovrà essere tenuto in considerazione durante la progettazione esecutiva.

Ancora da sciogliere, inoltre, il nodo dell’osservazione riportata da Amt, che in un documento ha evidenziato come “La posizione della stazione inferiore dell’infrastruttura filoviaria, non si coniuga con le soluzioni adottate nel progetto definitivo “4 assi di forza del TPL”, in particolare con il capolinea dell’Asse di Levante, in Fanti di Italia. Il conflitto si concretizza sia con le aree di manovra ed attestamento del capolinea, che occuperanno spazi maggiori rispetto a quelli oggi in uso, che per quanto riguarda soprattutto il posizionamento dei volumi funzionali all’area di capolinea”. Una interferenza che dovrà essere risolta per non danneggiare il progetto dei 4 Assi su cui l’amministrazione civica sta puntando – oramai – da molti anni. “Prendendo atto del fatto che non risulti possibile ricollocare altrove il fabbricato della stazione inferiore, per comprensibili vincoli strutturali ed impiantistici – chiude Amt – si richiede in ogni caso di porre in atto soluzioni in grado di compatibilizzare i due progetti”.

Il progetto della funivia è stato molto contestato da comitati e associazioni del Lagaccio (ma non solo) che in questi mesi hanno più volte ribadito la propria contrarietà all’opera considerata inutile e dannosa per chi abita il quartiere che sarà sorvolato dalle cabine. Ma l’amministrazione civica ha sempre tirato dritto: nelle prossime settimane partiranno le attività propedeutiche al cantiere, con le verifiche archeologiche, geologiche e belliche.

“Quella che viene presentata dall’Amministrazione come una ‘vittoria’ è semplicemente il frutto dell regole semplificate e delle facilitazioni del PNRR e dei fondi complementari: il decreto legge 77/2021 dispone infatti che nella Conferenza dei Servizi gli enti ‘non possono limitarsi a esprimere contrarietà alla realizzazione delle opere, ma devono indicare le prescrizioni e le misure mitigatrici che rendono compatibile l’opera’. Un secco ‘No’ è quindi impossibile. Ed è alla luce di questo che le molte prescrizioni pervenute dovrebbero essere recepite – precisa il gruppo Con i piedi per terra – È evidente che i pareri fatti pervenire richiedono non poche modifiche al progetto, ed evidenziano quanto l’opera sia poco integrata non solo con il tessuto sociale, urbano e paesaggistico ma anche con quello dei trasporti. Da qui nascono le criticità sollevate da AMT: allo stato attuale del progetto, la costruzione della stazione di partenza, in via Bersaglieri d’Italia, non permette l’inserimento dei servizi necessari all’hub del progetto dei Quattro Assi di Forza del trasporto pubblico urbano. Problematica che si aggiunge a quelle già sollevate dalla Soprintendenza che ha richiesto un forte ridimensionamento di tutte le fermate, andando a eliminare tutti quei servizi accessori non necessari, e dalle note dell’ARPAL e della Regione che sottolineano l’assenza degli studi e delle indagini sul suolo e sui rischi idrogeologici che erano state esplicitamente richieste in fase di screening per la Valutazione di Impatto Ambientale come condizione all’apertura dei cantieri”.

“L’approdo della funivia a forte Begato suscita non poche perplessità anche per la messa in vendita sul portale Opportunity Liguria, qualche mese fa. Com’è possibile spendere 7,5 milioni di fondi pubblici per riqualificare un forte che verrà poi venduto ai privati? La retorica dell’Amministrazione è sempre stata quella di riconsegnare i forti alla città, ma la realtà è che si fa l’ennesimo regalo a qualche speculatore che si ritroverà un bene storico rimesso a nuovo con i nostri soldi” continuano dal comitato. C’è poi la fermata intermedia che dovrebbe essere di servizio per il quartiere, ma che si trova in un’area fuori dall’abitato. L’unica struttura che ne potrebbe trarre effettivo vantaggio sono i campi sportivi, anche in vista di Genova Capitale dello Sport 2024″.

“Ci conforta che dopo due anni il vicesindaco Piciocchi infine ammetta pubblicamente che la costruzione della funivia non renderà certo il Lagaccio la ‘vetrina di Genova’ come ci è stato detto durante una commissione in Consiglio Comunale. Non si spiegherebbe altrimenti la necessità di opere compensative per la riqualificazione del quartiere – conclude la nota stampa del comitato – Imporre la costruzione della funivia usandola come leva per fare quei lavori necessari alla vivibilità del quartiere è una strategia a dir poco meschina. Chi amministra la città dovrebbe sempre avere il benessere dei cittadini come obiettivo primario, usando il proprio potere e le proprie risorse per il bene comune e non come arma di ricatto. Se poi l’Amministrazione crede di poterci rabbonire con l’ennesimo render di ‘piste ciclabili e fioriere’, ciò conferma solo la sua ignoranza dei reali problemi e bisogni del quartiere e della città. Non saranno certo qualche albero e il promesso (ancora) allargamento della strada a fermare il malessere degli abitanti e la lotta del nostro comitato”.

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