Liguria. Torna Ecosistema Scuola, la ricerca annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia, delle strutture e dei servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, giunta quest’anno alla XXIII edizione e realizzata sui dati forniti dai Comuni capoluogo di provincia.
Come ogni anno il dossier evidenzia luci e ombre dei 282 edifici scolastici che, nella nostra regione, ospitano quotidianamente 57641 studenti.
Proprio nei giorni scorsi Marco Scajola, assessore all’Urbanistica ha fatto una stima di 500 milioni di euro per le necessità di manutenzione degli edifici in Liguria chiedendo un Piano Marshall per la scuola.
I dati sulle certificazioni di sicurezza continuano a restituire una situazione stagnante, senza segnare un significativo passo in avanti nella messa a norma degli edifici: in Liguria soltanto il 50% ha effettuato il collaudo statico, percentuale che scende al 49,2 per gli edifici che dispongono del certificato di agibilità.
Le indagini diagnostiche dei solai, tra gli interventi di manutenzione che dovrebbero risultare prioritari considerato che il crollo degli stessi costituisce il maggiore fattore di rischio e incidenti nelle scuole, negli ultimi 5 anni sono state eseguite solo nel 21,8% degli edifici (quasi 9 punti sotto la media nazionale), mentre si è intervenuti per la loro messa in sicurezza su un esiguo 9%.
Se i fondi stanziati negli ultimi 5 anni nel Nord Italia per la manutenzione straordinaria sono in media 43.122 euro per singolo edificio, in Liguria questo dato crolla a 23.515 euro. La manutenzione ordinaria vede invece il dato positivo di Savona, che rientra nei primi 5 posti della classifica nazionale delle amministrazioni che spendono di più, con una media per singolo edificio di 23.684 euro, anche se la media regionale risulta inferiore rispetto a quella nazionale del 32,8%.
Qualche miglioramento si è visto per quanto riguarda l’efficientamento energetico, con gli edifici dotati di certificazione energetica che sono passati dal 23,3% del 2020 al 91,8% odierno. Di questi soltanto lo 0,8% è risultato però in classe energetica A, dato molto basso rispetto alla media nazionale che si attesta intorno al 5,4%. Stentano a decollare gli edifici scolastici con impianti di energia rinnovabile che risultano essere soltanto il 15,2%.
Nelle scuole rivestono poi un ruolo molto importante anche gli spazi all’aperto fruibili, come giardini o aree verdi, da poter utilizzare non solo per socializzare ma anche per realizzare attività didattiche e laboratoriali all’aperto. Purtroppo in Liguria il 39,7% delle scuole non sono dotate di tali spazi e, laddove presenti, solo nel 19,5% dei casi sono utilizzati per attività didattiche.
Se nella scorsa edizione tutti i capoluoghi di provincia avevano fornito dati sui monitoraggi dell’amianto, quest’anno il comune di Genova non lo ha fatto, mentre gli altri capoluoghi hanno effettuato il monitoraggio, con Imperia e Spezia che dichiarano entrambe la presenza di edifici scolastici con amianto non bonificato.
Altri indicatori e servizi molto importanti, a beneficio di famiglie, studenti e scuole, sono gli investimenti delle amministrazioni per il pre e post scuola: in questo ambito Imperia risulta tra le amministrazioni che spendono di più nel servizio a livello nazionale.
Langue invece la spesa per finanziare progetti educativi nelle scuole, con un’irrisoria media regionale di 0,44 euro a studente, a fronte di una media nazionale di 15,10 euro e di 26,37 euro nelle regioni del Nord.
“Questo è il dato più eclatante di questa edizione di Ecosistema Scuola − dichiara Alice Micchini, vicepresidente regionale di Legambiente e responsabile del settore Scuola e Formazione − 44 centesimi spesi in media per studente per progetti educativi nelle scuole, quei progetti che, in sinergia con i programmi scolastici, dovrebbero ampliare l’orizzonte di conoscenze e competenze dei nostri studenti e studentesse e aiutarli a crescere e formarsi come cittadini attivi e consapevoli. Chiediamo che questi finanziamenti siano incrementati in linea con la spesa nazionale, senza dimenticare che per molte famiglie questi fondi costituiscono l’unica opportunità per consentire ai propri figli di prendere parte ad attività extra curriculari”.
Resta infine il nodo della mobilità casa-scuola, con nessun edificio che usufruisce di un servizio di pedibus (sono il 4,1% a livello nazionale) e nessuna scuola che si trovi in una Zona 30 o in una strada scolastica.