Genova. E’ confermata la manifestazione organizzata per domani, venerdì 19 gennaio alle 15.30 da associazioni come Movimento Lilla, Unione degli Universitari, Rete Studenti Medi e Chiedimi Come sto. Saranno davanti alle prefettura di Genova per chiedere il rifinanziamento del fondo per il contrasto alle patologie dei disturbi alimentari (anoressia, bulimia ma non solo), dopo il taglio deciso dal governo Meloni in legge di bilancio. Questo nonostante ci sia stata, da parte dell’esecutivo, una almeno parziale retromarcia.
Il governo ha infatti annunciato subito un “fondo straordinario” da 10 milioni. E, a regime, 32 prestazioni totalmente gratuite per i pazienti, a cominciare dal 1 aprile. Il fondo tagliato valeva 25 milioni ed era stato istituito con la manovra per il 2022.
Anche da Roma, però, arrivano critiche: il ministro Schillaci ha bacchettato le Regioni per avere impegnato, a oggi, solo il 59% del finanziamento e speso solo il 3% delle risorse. In Liguria, per cui il taglio valeva 650mila euro, il consiglio regionale ha votato all’unanimità un documento per chiedere la conferma dei fondi.
Ad ogni modo il nuovo tesoretto di 10 milioni dovrà concretizzarsi attraverso un emendamento annunciato da Schillaci al decreto Milleproroghe, ora in commissione sempre alla Camera. E fino ad allora le famiglie dovranno continuare a pagare in compartecipazione il ticket per prestazioni come la densitometria ossea, l’elettrocardiogramma, alcuni esami del sangue o l’erogazione di pasti assistiti.
In Liguria sono 1.500 (dato relativo al 2022) i pazienti presi in carico dai servizi sanitari e sociosanitari degli enti del servizio sanitario regionale per disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, che possono colpire tutte le fasce d’età ma si manifestano per la gran parte dei casi nell’adolescenza. L’età di esordio si è abbassata e il disturbo è maggiormente diffuso nella popolazione femminile; rispetto a una decina di anni fa, anche la popolazione maschile ne è sempre più interessata. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che, tra i 12 e i 17 anni, negli esordi, un caso su dieci riguarda un maschio.