Il convegno

Difesa delle coste e normativa Bolkestein, Linea Condivisa all’attacco: “Bene di tutti, serve rivoluzione culturale e politica”

Gianni Pastorino: "Dobbiamo capire che lo sfruttamento delle coste non è più sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico"

Genova. “Giù le mani dalla linea costiera”, questo il titolo del convegno organizzato da Linea Condivisa per fare il punto sulla stato di salute delle coste liguri e sulle politiche messe in campo dalle istituzioni per difenderle. Con tutti i pro e, soprattutto i tanti contro.

Al centro del dibattito la famigerata direttiva Bolkestein, la cui mancata applicazione si traduce in una sanzione che viene pagata dalla collettività. “Il problema è che il dibattito pubblico è spesso molto superficiale e si ferma alla questione legata agli stabilimenti balneari – spiega Gianni Pastorino consigliere regionale di Linea Condivisa – mentre la direttiva parla anche di difesa delle coste e dell’ambiente marino, che è un bene collettivo purtroppo non infinito. Per questo motivo bisogna cambiare l’approccio all’argomento e capire che una certa impostazione di sfruttamento economico delle coste non è più sostenibile”.

Ogni anno le coste del nostro paese sono in bilico tra erosione e sfruttamento economico, per il quale di rincorrono interventi pensati per difendere attività umane. Una situazione che, per quanto riguarda la Liguria, insiste su un contesto orografico particolare: “La nostra regione è ai vertici in Italia per consumo di suolo e per fragilità –  ha sottolineato Gianni Pastorino, consigliere regionale di Linea Condivisa – ed è per questo che come Linea Condivisa vogliamo partire dalla conoscenza del nostro territorio, ed è il senso del convegno di oggi, per poterlo difendere”. Il tema della gestione delle coste è soprattutto un problema legato all’utilizzo delle risorse pubbliche. Risorse che, anche nel caso degli stabilimenti balneari, vengono utilizzate per favorire i privati a discapito della collettività. Per la Bolkestein siamo inadempienti dal 2006 ma per la quale, però, le sanzioni europee le paghiamo tutti, con la complicità dei vari governi che hanno sempre rimandato. In Italia le concessioni sono 26mila, e i canoni non sono aggiornati e legati al ricavo del concessionario, come ad esempio in Francia. Mentre le associazioni che svolgono un ruolo sociale e che si affacciano sul mare hanno visto aumentare vertiginosamente il canone, passato da 35o euro a oltre 2mila euro. Cosa che per alcune realtà significa la chiusura”.

coste linea condivisa

“Uno dei principali problemi delle coste italiane e liguri è l’erosione della linea di costa – ha ricordato Matteo Vacchi, geologo dell’Università di Pisa – Un fenomeno che in questi ultimi anni sembra essere aumentato soprattutto a causa di fenomeni sempre più estremi e il lento e graduale innalzamento del livello marino. Nel contesto ligure per difendere la costa si costruiscono barriere di cemento che altro non fanno che aumentare i fenomeni di erosioni nelle zone limitrofe. Per proteggere degli stabilimenti, si rischia di compromettere tutto il resto della costa. Per questo motivo in altri paesi le strutture legate agli stabilimenti balneari sono rimovibili durante la stagione invernale. Oggi, in questo contesto, per difendere le nostre coste serve una vera e propria rivoluzione copernicana”.

coste linea condivisa

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.