Recensione

Capitalism*, il nuovo spettacolo di Generazione Disagio dal 25 al 27 gennaio alla Claque fotogallery

Un tourbillon di tematiche affrontate brillantemente dal duo Graziano Sirressi-Enrico Pittaluga

capitalism* generazione disagio

Genova. Quando siamo bambini tutto ciò che facciamo viene apprezzato ed esaltato, persino quando facciamo i nostri bisogni nel vasino. Avere i riflettori addosso ci piace, è come una droga, ma il resto della vita non è così e ce ne rendiamo presto conto. Ecco allora i sensi di colpa mentre si sorseggia un gin tonic e si rifiutano gli accendini o i fazzoletti del venditore ambulante di turno, ma lui non farebbe come noi se fosse al nostro posto?

Generazione Disagio, il collettivo artistico fondato nel 2013 da Graziano Sirressi ed Enrico Pittaluga, entrambi classe 1986 e diplomati alla “Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi”, propone alla Claque del Teatro della Tosse un nuovo testo di standup comedy mescolata con il teatro, satira e un flusso di pensieri: sarà in scena da domani, giovedì 25 gennaio alle 20.30, sino a sabato 27 (ultima replica ore 19.30 per lasciare spazio al Poetry Slam alle 21.30, biglietto congiunto a 18 euro).

Il titolo è Capitalism* – Un problema che riguarda tutt* e Genova24 lo aveva visto l’anno scorso nella sua prima versione al Teatro Garage a San Fruttuoso nell’ambito della rassegna nazionale realizzata dall’associazione La Chascona Giovani eccellenze teatrali (seconda edizione). Lo consigliamo.

Un testo scritto da Sirressi, Pittaluga e Carlo Bassetti, in cui proprio Sirressi e Pittaluga, con grande ritmo, danno vita a un flusso di coscienza che sfocia quasi nell’autoanalisi, alternandolo con brillanti battute. Nessuna scenografia, solo un cubo con una bottiglietta d’acqua che non verrà usata nel modo tradizionale.

Una riflessione sulla società capitalistica, sulla ricerca della spiritualità che oggi si fa con il cammino di Santiago che termina in un crescendo sorprendente alla maniera a cui Generazione Disagio ha abituato i suoi spettatori.

Un viaggio nel tempo e nello spazio alla ricerca della felicità, attraverso tentativi grotteschi di scardinare il sistema, cercando di conciliare la voglia di affermazione e l’identità, la fragilità e la competizione, il senso della vita e il senso di colpa, le citazioni motivazionali di Walt Disney e Karl Marx.

Un viaggio che conduce verso il futuro che tutti vorremmo, un inno di speranza onirico e allucinato che mescola lo stile della Beat Generation a Martin Luther King.

Un terapeuta e il suo paziente in un monologo comico a due voci che parte da un interrogativo fondamentale: può esistere un nuovo modello di società o l’unica via è il Capitalismo?

O ancora quanto è profondo il nostro bisogno di affetto, successo e apprezzamento? Cosa c’entra un gin tonic con l’antica Grecia? Perché ci servono i poveri e i venditori ambulanti? Possiamo viaggiare sulle gobbe di un cammello attraverso la cruna di un ago, per aggiustare l’ascensore sociale?

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