Genova. Al via a partire dal 26 gennaio, anche in Liguria, i pagamenti per l’assegno di inclusione, misura rivolta ai nuclei familiari in cui ci sia almeno un componente minore, disabile o over 60, che dal primo gennaio hanno dovuto rinunciare al reddito di cittadinanza per via delle nuove norme.
Sono finora oltre 563mila le domande presentate a livello nazionale, 7800 in Liguria, secondo gli ultimi dati forniti dall’Inps, di cui il 75% da ex percettori del reddito di cittadinanza.
Il primo blocco a essere pagato è quello delle domande inoltrate tra il 18 dicembre ed entro il 7 gennaio, insieme al Patto di attivazione digitale (Pad) e che hanno superato i controlli. L’importo medio stimato è di 635 euro. Dopo il primo turno del 26 gennaio, per le domande presentate a partire dall’8 gennaio ed entro il 31 gennaio (con il Pad sottoscritto entro la stessa data), il primo pagamento arriverà dal 15 febbraio. E così via.
La Liguria è a metà classifica (13esimo posto) rispetto alle Regioni per numero di domande, l’1,4% del totale nazionale. Meno domande sono arrivate da Marche (1%), Basilicata (0,8%), Umbria (0,7%), Molise (0,5%), Friuli Venezia Giulia (0,4%), Trentino Alto Adige (0,2%) e Valle d’Aosta (0,1%). Quasi la metà delle domande si concentra in due regioni: Campania (26,7%) e Sicilia (21,8%).
Come sarà pagato l’assegno
Per le domande che hanno superato i controlli, dal 26 gennaio, l’assegno sarà pagato con la cosiddetta “carta di inclusione”. L’Adi può essere riconosciuto per 18 mesi e rinnovato, ma dopo l’interruzione di un mese, e per ulteriori 12 mesi.
Per l’assegno di inclusione sono stanziati circa 5,5 miliardi per il 2024 e 1,5 miliardi per il Supporto formazione e lavoro (Sfl), l’altro strumento partito il primo settembre scorso rivolto alle persone occupabili (350 euro al mese per massimo 12 mesi). Le domande finora presentate per il Supporto sono quasi 165 mila, di cui accolte poco più di 68 mila.
“Le nuove misure di contrasto alla povertà sono oggetto di attacco, con una lettura spesso forzata dei dati – dice la commissaria straordinaria dell’Inps, Micaela Gelera, intervenendo sul dibattito sollevato sulla nuova misura – una valutazione seria richiede tempo: se ogni singolo caso viene strumentalizzato si crea confusione e disorientamento”.