Genova. Gli studenti genovesi sono tornati ancora una volta in piazza per manifestare tutta la loro contrarietà alla violenza di genere, intesa come una condizione endemica del nostro sistema economico culturale. La manifestazione ha avuto inizio sotto la prefettura di Genova, per poi proseguire in corteo per le vie del centro – via Serra, Brignole, via XX Settembre e piazza De Ferrari – tra cori e slogan, tutti dietro lo striscione che riprende le parole della poetessa Cristina Torre Cáceres rilanciate poi dalla sorella di Giulia Cecchetin: “Se domani non torno, distruggi tutto“.
In piazza quasi duecento studenti, tra cui quelli del collettivo Colombo, del Fermi e del Klee, insieme agli attivisti e alle attiviste di Osa, Opposizione studentesca d’Alternativa: “Oggi siamo tornati in strada per denunciare ancora una volta la violenza sistemica che vive nel nostro paese e che porta noi donne, le donne, ad essere oggetto della repressione e della violenza – sottolinea Alice, coordinatrice genovese di Osa – gli studenti genovesi hanno voluto ancora una volta manifestare la loro contrarietà a questo sistema, e noi siamo qua per aiutarli a far sentire la propria voce”.
Una lotta contro la violenza di genere che prosegue quindi le manifestazione che organizzate in queste settimane sulla scia dei tragici fatti di cronaca: “Questa violenza è figlia del sistema di sfruttamento capitalista e oggi siamo qua per dirlo ancora una volta pubblicamente. Noi vogliamo portare avanti un percorso di lotta contro questo sistema, e questa non sarà sicuramente l’ultima delle iniziative. Continueremo questa lotta con gli studenti e con tutte le persone che vorranno farlo, per far sentire ancora la nostra voce“.
E poi un passaggio sull’educazione sessuale e affettiva a scuola: “Crediamo sa necessaria ma deve essere accompagnata dalla formazione per gli insegnanti, non può essere affidata a chiunque. E’ importante che venga inserita nel programma didattico delle scuole, ma deve avere la stessa dignità di qualsiasi altra materia”