La querelle

Tutela animale, associazioni in rivolta contro la delibera regionale: “Esclusi dall’Osservatorio”

L'assessore Ferro: "Non è vero, l’obiettivo è interagire in modo più proficuo, ma snello, grazie alla nomina di una persona altamente qualificata"

cani animali
Foto di Alin Luna su Unsplash

Genova. Associazioni animaliste liguri sul piede di guerra per una delibera con cui la giunta regionale ha, di fatto, tagliato il numero dei loro rappresentanti all’interno dell’Osservatorio regionale per lo studio ed il controllo delle popolazioni animali, istituto previsto dalla Legge Regionale 23/2000 “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”.

A farsi portavoce delle protesta è Daniela Filippi, delegata genovese della Lav, che rappresenta non soltanto la Lega Anti Vivisezione Gaia Animali e Ambiente, Wwf, Una – Uomo Natura Animali, Associazione Amici del Cane, Zampatesa, Noi Randagi Arkus, Fronte dei Gatti e Agada: «La Legge regionale 23/2000 prevede che all’interno dell’Osservatorio, che si riunisce una volta al mese, debbano essere presenti anche esperti selezionati dalle associazioni. La loro partecipazione è completamente gratuita, ma la Regione ha approvato una delibera che, senza sentire le associazioni, estromette gli esperti e prevede la presenza di un solo veterinario che le rappresenta tutte”.

In precedenza i rappresentanti delle associazioni erano tre, cui nel 2015, su proposta dell’allora assessora alla Sanità Sonia Viale, se ne aggiungevano altri due: “Sono persone che sono a contatto con il territorio e sanno quali sono le esigenze pratiche per la gestione della fauna selvatica, delle colonie feline e di tutte le problematiche e i temi legati agli animali – sottolinea Filippi -nell’Osservatorio ci sono già i veterinari Asl e i veterinari di Alisa. Riteniamo questa decisione una totale mancanza di rispetto da parte della Giunta verso le associazioni che quotidianamente, con il solo volontariato, si occupano degli animali sul territorio. Non ci sarà più quella forma di controllo sulle decisioni in tema di benessere animale da parte di chi conosce meglio le problematiche sul territorio. Inoltre desta preoccupazione il fatto che la delibera preveda tra le priorità l’elaborazione di una modifica dell’attuale legge regionale sugli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, le associazioni sarebbero così escluse da ogni intervento propositivo, sarebbe un caso unico a livello nazionale”.

Le associazioni hanno inviato una pec alla Regione per chiedere spiegazioni, e chiesto anche l’emanazione in tempi brevi di una nuova delibera che reinserisca gli esperti in materia di diritti degli animali delle associazioni. In caso di mancata risposta, valutano di ricorrere al Tar contro il provvedimento.

Interpellata sulla questione da Genova24, l’assessora con delega alla Tutela degli Animali d’affezione Simona Ferro (che ha lavorato alla delibera insieme con l’assessore alla Sanità, Angelo Gratarola), ha spiegato che “Non è vero che Regione Liguria vuole estromettere le associazioni animaliste dall’Osservatorio regionale per lo studio ed il controllo delle popolazioni animali. L’obiettivo, al contrario, è quello di interagire in modo più proficuo, ma snello, con le associazioni grazie alla nomina di una persona altamente qualificata, un veterinario, che le rappresenterà e ne raccoglierà idee, proposte e perplessità, con l’impegno di portarle all’attenzione delle istituzioni e degli altri membri dell’Osservatorio. In questo modo sarà molto più semplice ascoltare e prendere in considerazione le istanze delle associazioni”.

“Con la nuova composizione dell’Osservatorio, tra l’altro, tutti i soggetti saranno equamente rappresentati – prosegue Ferro – così come le associazioni animaliste anche il Dipartimento Salute e Servizi Sociali, Alisa, le Asl, i comuni capoluogo di provincia e Anci avranno un singolo rappresentante, e in tutti i casi si tratterà di una persona veramente esperta sul tema della tutela e dei diritti animali. L’Osservatorio assumerà una natura sempre più tecnica e scientifica, esattamente ciò che serve per monitorare in maniera efficace le decisioni regionali in materia”.

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