Genova. E’ una riga tra migliaia, scritta a caratteri minuscoli, in mezzo all’enorme faldone del piano triennale dei lavori pubblici, bilancio previsionale del Comune di Genova. Ma non passa inosservata. L’indicazione sullo stanziamento di 1 milione e 750mila euro per “la sistemazione del sacrario in commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale Italiana all’interno del cimitero monumentale di Staglieno” ha fatto sollevare un inevitabile polverone nella città medaglia d’oro per la Resistenza.
Ad accorgersi di quella dicitura, che qualcuno ha definito “misunderstanding” (il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, rispondendo alle polemiche) e qualcuno “un’iniziativa abbietta” (l’Anpi), sono stati gli esponenti dell’opposizione. “Disgusta vedere nel bilancio del Comune di Genova quasi 2 milioni di euro stanziati per commemorare rastrellatori, fucilatori di partigiani e persecutori di ebrei” ha tuonato, per primo, stamani il capogruppo del Pd a Tursi, Simone D’Angelo, seguito a ruota da altri esponenti del centrosinistra e di M5s nonché da altri cori di indignazione, Anpi e Cgil innanzitutto.
L’associazione dei partigiani e il sindacato hanno chiesto al sindaco Marco Bucci di ritirare quel provvedimento. Non ce n’è stato bisogno. Neppure il tempo alle polemiche di accendersi che Piciocchi ha smentito la volontà dell’amministrazione di finanziare il restauro del sacrario “che peraltro è una tomba privata – ha detto – piuttosto c’è stato un evidente errore nella dicitura, e a essere sistemato sarà un muro di contenimento di 30 metri che sorregge il reparto israelitico, Genova è fortemente antifascista e non ci sono dubbi su questo”. Piciocchi ha anche spiegato che l’intervento, per cui il Comune avrà bisogno di accendere un mutuo, si concretizzerà nel 2026.
Il chiarimento non ha potuto, però, fermare le critiche, riecheggiate anche a livello nazionale. Il deputato ed ex ministro del Pd Andrea Orlando, intervenuto in aula alla Camera, ha definito “un insulto alla decenza, una provocazione e un oltraggio alla storia della città” lo stanziamento. “Questa giunta persegue ormai dal 2017 il tentativo di riscrittura della storia di Genova mettendo in atto un goffo tentativo di equiparazione tra carnefici e vittime” afferma Cristina Bicceri, della direzione nazionale di +Europa.
Durante la commissione in consiglio, nel pomeriggio, maggioranza e minoranza hanno discusso per ore di come eliminare dal documento di bilancio la dicitura sul sacrario, che ha creato forte imbarazzo anche nel centrodestra. Alla fine è stato possibile impegnare la giunta a far rinominare l’intervento limitando l’oggetto al “consolidamento strutturale del muro di sostegno del reparto israelitico, escludendo ogni impegno del Comune su strutture private”. Il cosiddetto sacrario dell’Rsi è infatti una tomba fatta realizzare dal 1952 dalla moglie di un repubblichino.
Nelle ultime ore, tra le pochissime voci favorevoli al discusso stanziamento, quella di Gianni Plinio, ex consigliere regionale di An, oggi in Casapound: “Il restauro del sacrario dei caduti Rsi, da tempo in condizioni di grave degrado è un nobile atto di pacificazione e di civiltà – scrive in una nota – quella dell’amministrazione Bucci è una volontà apprezzata dalla stragrande maggioranza dei genovesi“, aggiunge l’esponente di estrema destra.
Resta, in ogni caso, senza risposta l’interrogativo posto da molti consiglieri oggi in commissione: chi ha redatto il documento con la dicitura relativa al sacrario Rsi?. E ancora: chi non ha controllato il documento? Qual era l’obbiettivo di chi ha descritto l’intervento in quel modo? Fare cosa gradita all’estrema destra o, al contrario, fare rumore su uno stanziamento che sarebbe passato sotto silenzio? Ai posteri l’ardua sentenza, almeno al momento.
La prima polemica di questo tenore ad avere investito la giunta Bucci fu nel 2018 per la presenza con la fascia tricolore dell’allora consigliere Fdi (oggi assessore) Sergio Gambino a una commemorazione dei caduti di Salò proprio al cimitero di Staglieno.