Rapporti pessimi

Regione Liguria, scontri al veleno nell’opposizione: l’ex “federatore” Sansa è sempre più isolato

L'ex candidato presidente escluso dalle trattative con Toti sul bilancio. Oggi la lite a distanza su Facebook col capogruppo del M5s Fabio Tosi

ferruccio sansa

Genova. Volano gli stracci all’interno dell’opposizione in Regione Liguria. Se la seduta di bilancio volge alla conclusione in un clima disteso e collaborativo tra maggioranza e minoranza – complice il lutto bipartisan per l’improvvisa morte del consigliere regionale Sauro Manucci, veterano della politica spezzina – lo stesso non si può dire dei rapporti tra le forze del “campo progressista”. Che ancora una volta si possono riassumere così: Ferruccio Sansa contro tutti. O viceversa, secondo i punti di vista.

La punta dell’iceberg è lo scontro a distanza su Facebook tra Sansa e il capogruppo del M5s Fabio Tosi. In aula è arrivato un emendamento soppressivo, presentato da Roberto Centi, per eliminare la norma che consente ai medici della sanità pubblica di lavorare anche nelle strutture private. L’ex candidato unitario della coalizione giallorossa contro Toti ha postato una foto che testimonia il risultato della votazione: favorevole solo la Lista Sansa, astenuti gli altri gruppi di minoranza, contraria ovviamente la maggioranza. “Non credevo ai miei occhi”, ha commentato l’ex giornalista del Fatto Quotidiano.

Poco dopo è arrivata la dura replica di Tosi, sempre su Facebook. “Ci vediamo costretti a smentire le dichiarazioni riportate da Ferruccio Sansa nel suo ultimo post social, sulla proposta riguardante l’attività intramoenia tesa ad abbattere le liste d’attesa, nel quale ha accusato le altre forze di minoranza di essersi astenute. Falso: abbiamo tutti votato contro, come doveroso. Riteniamo inaccettabile e irricevibile questo tipo di comportamento da parte del collega che ci auguriamo voglia cancellare il post incriminato e riconoscere il proprio errore”. Ma la foto postata dal consigliere si riferisce al voto sull’articolo incriminato, non sull’emendamento della Lista Sansa. Sotto il post di Sansa è intervenuto anche Enrico Ioculano, relatore di minoranza per il Pd.

Ma al di là del singolo episodio “tecnico”, la ragione per cui si sono incrinati ulteriormente i rapporti, già deteriorati da mesi, risale a ieri. E precisamente a un vertice andato in scena nel pomeriggio tra Toti e gli esponenti della minoranza, escluso Sansa. Un incontro in cui sarebbe stata concordata la linea di “non belligeranza” da tenere durante la seduta di bilancio in cambio del parere favorevole ad alcuni emendamenti e ordini del giorno della minoranza. Trattative dalle quali Sansa ritiene di essere stato volutamente escluso da chi siede nel suo stesso emiciclo. E infatti, dopo avere scoperto quanto stava accadendo in una sala riunioni esterna all’aula del Consiglio, ha abbandonato i lavori.

Fatti che dimostrano quanto l’ex candidato presidente della Regione, scelto come “federatore” della coalizione progressista sia ormai isolato rispetto alle forze che lo sostenevano – non senza malcelate incertezze – alle elezioni del 2020. La sua “linea dura” nei confronti di Toti e l’insistenza sulla “questione morale” del centrodestra non sono mai piaciute in particolare al Partito Democratico. La spaccatura si era già palesata sulla vicenda del presunto coinvolgimento di Alessandro Piana, vicepresidente leghista della Regione, nello scandalo dei festini vip con droga ed escort. Il post di Sansa che evocava il “bunga bunga sul monte Fasce” era stato condannato dalle altre forze di minoranza, che avevano invece solidarizzato col numero due della giunta.

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