Prevedibile

Nuove ciclabili in Albaro e Sturla, tra i genovesi esplode la polemica: “Sono demenziali”

Sotto accusa le "bike lane" e le "case avanzate" agli stop: ecco come funzionano e cosa dice il codice della strada

Generico dicembre 2023

Genova. È esplosa puntale la polemica sulle nuove corsie ciclabili tracciate dal Comune in via Cavallotti e via Caprera, percorsi realizzati con fondi del Pnrr che rappresentano il raccordo tra la pista strutturata di corso Italia, il polo universitario di Albaro e la stazione ferroviaria di Sturla.

Una pioggia di critiche è arrivata sui gruppi Facebook che trattano argomenti di viabilità e “degrado” urbano. Molti utenti hanno definito “demenziali” e “vergognose” le nuove bike lane pitturate di rosso che in alcuni casi hanno sottratto spazio al traffico veicolare: in via Cavallotti è stata soppressa una corsia di svolta, in via Caprera le corsie in direzione Levante sono passate da tre a due.

Grande perplessità hanno destato le case avanzate disegnate in via Caprera agli incroci con via Cavallotti/via Isonzo e piazza Sturla/via Chighizola. Si tratta di uno spazio dedicato alle bici in corrispondenza degli stop, regolarmente previsto dal codice della strada. Lo scopo è favorire gli utenti delle corsie o piste ciclabili aumentandone la visibilità e facilitandone la ripartenza rispetto agli altri veicoli. In alcuni casi permettono anche di svoltare più agevolmente verso sinistra evitando che i ciclisti debbano spostarsi tra una corsia e l’altra prima di raggiungere il semaforo.

Diversi genovesi si sono chiesti se queste nuove corsie ciclabili siano ad uso esclusivo dei velocipedi oppure si possano “invadere” con auto e moto. La risposta è che bisogna fare attenzione alla linea che delimita la corsia: se è continua, significa che è riservata a bici e monopattini e pertanto non è possibile attraversarla; se è tratteggiata, si può percorrere per brevi tratti in caso di necessità, ad esempio per raggiungere i parcheggi o gli accessi a lato. In ogni caso è sempre necessario dare la precedenza agli utenti della ciclabile.

Sotto accusa la sicurezza della circolazione, come era successo anche per gli altri percorsi ciclabili “d’emergenza” tracciati per favorire una mobilità alternativa durante la pandemia di Covid. Una modalità che alla fine è diventata ordinaria, tranne corso Italia che è stata rivoluzionata con una pista in sede propria, un intervento di riqualificazione da 3 milioni di euro. Le corsie ciclabili di fatto mantengono la promiscuità tra auto, moto e ciclisti. Il vantaggio – per cui molte altre città italiane ed europee le scelgono – è il minor tempo (e costo) di realizzazione e la possibilità di non stravolgere totalmente l’assetto della viabilità.

E poi, come tanti commentatori avevano previsto, le nuove bike lane non hanno affatto dissuaso (anzi, forse hanno addirittura incentivato) la sosta selvaggia in doppia fila in via Cavallotti e via Caprera. Una vecchia abitudine favorita dalla presenza di attività commerciali e istituti scolastici, che generava code ben prima che esistessero le corsie ciclabili. Le quali, è bene ricordarlo, possono essere attraversate dalle auto per entrare e uscire dai parcheggi a lato, ma non possono essere usate come posteggio. Tuttavia sembra che la tolleranza sia comunque garantita.

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