Genova. Entra nel vivo il dibattito sul bilancio previsionale della Regione Liguria. Ieri il presidente Giovanni Toti ha presentato la manovra da oltre 7 miliardi definendola “la più completa degli ultimi otto anni”. Oggi in Consiglio sarà il turno delle relazioni di maggioranza e minoranza, poi si procederà alla discussione generale. Domani si entrerà nel merito dei singoli provvedimenti e degli emendamenti. A differenza di quanto sta avvenendo a Palazzo Tursi non dovrebbe essere una seduta all’insegna dell’ostruzionismo: i gruppi di minoranza hanno deciso di limitare i tempi degli interventi e il numero di documenti da presentare.
La parte più consistente riguarda ovviamente la sanità. Nel mirino il piano annunciato da Toti per ridurre le liste d’attesa, un pacchetto da 50 milioni (di cui 15 milioni dovrebbero arrivare dal Governo) per acquisire nuove prestazioni anche dai privati. Ma nel collegato alla legge di stabilità, oltre al via libera al lavoro nella sanità privata per i medici che hanno scelto il regime intramoenia, c’è anche un emendamento che autorizza aziende sanitarie, enti e istituti del servizio sanitario regionale ad acquisire dai propri dipendenti “prestazioni sanitarie in regime di libera professione intramuraria”. A confermarlo è stato l’assessore regionale Angelo Gratarola rispondendo a un’interrogazione di Fabio Tosi (M5s) che proponeva al contrario di sospendere l’attività intramoenia per concentrare i medici sulle prestazioni di sanità pubblica.
“Pensiamo di contrattare con i professionisti la cessione di una parte della loro attività privata nelle strutture pubbliche a favore dell’abbattimento delle liste – ha spiegato l’assessore -. Pensiamo che non sia utile bloccare la libera professione perché si innervosirebbe il rapporto con i professionisti, ma che sia più proficuo accordarsi con loro per orientare la loro libera professione all’abbattimento delle liste d’attesa“.
“Tra lo sbandierato Piano Restart di fine 2021 e la riunione di poche settimane nella quale Toti ha intimato ai direttori generali delle Asl liguri di redigere un piano per l’abbattimento delle liste d’attesa entro e non oltre il 10 dicembre 2023 la sanità ligure è rimasta al palo – ha replicato Tosi -. In due anni, le azioni adottate dalla giunta per snellire l’attesa sanitaria, fondamentale per garantire l’accesso alle cure a tutti, sono state del tutto ininfluenti: le liste, infatti, continuano a lievitare e questo avviene a dispetto dei milioni di euro stanziati per superare le criticità. Nel biennio precedente la Regione era riuscita a spendere solamente 40 milioni di euro circa sui 64 milioni stanziati per l’abbattimento delle liste. Ora l’Ente ha promesso di stanziare ulteriori 50 milioni di euro, ma temiamo che parte di quei fondi vengano usati per spianare i debiti delle Asl anziché per ridurre le liste. Una criticità che genera un’insopportabile ingiustizia: chi può permetterselo, supera l’ostacolo pagando di tasca propria; chi no, invece, si mette in coda ed è costretto a subire i tempi esasperanti del sistema sanitario regionale”.
“Tutta l’enfasi della giunta sui 50 milioni per le liste d’attesa rischia di essere un altro buco nell’acqua, come i 60 milioni già spesi per il piano Restart che nei fatti non ha funzionato: le liste d’attesa sono sempre infinite e per curarsi bisogna aspettare mesi, se non anni – accusa Enrico Ioculano del Pd -. Continuiamo a nutrire fortissimi dubbi sulla capacità della giunta e del suo braccio armato Alisa di organizzare il sistema sanitario regionale. In pratica, la crescita, lo sviluppo e l’equità annunciati da Toti sono l’ennesima favola che il presidente racconta ai liguri, ma che nei fatti nessuno vedrà mai”, conclude Ioculano.
“Speriamo siano 50 milioni perché una quota la mette lo Stato e non si sa se arriverà a 15 milioni ma le liste d’attesa vanno governate, non è solo una questione di soldi – commenta Pippo Rossetti di Azione -. Il 30-40% delle prescrizioni degli esami sono inappropriate, la gente non si presenta a fare gli esami e non ne ritira l’esito. Abbiamo chiesto all’assessore come verificare l’inappropriatezza e ha allargato le braccia dicendo che manca una normativa nazionale. Regione Liguria è nella possibilità, in piena autonomia e legittimità, di controllare chi sono i prescrittori: quando noi diamo 50 milioni ai privati, aumentiamo gli esami molto onerosi e quindi vantaggiosi per i privati stessi o aumentiamo gli esami necessari? Gli enti privati faranno anche quello che non reca loro grande vantaggio economico o sceglieranno quello che fanno? Su questi temi la giunta tace, probabilmente perché ha la coda di paglia”.
“Sappiamo perfettamente che anche in Liguria ci sono lunghe liste d’attesa – replica il consigliere della Lega e presidente della commissione Salute Brunello Brunetto -. Non viviamo su Marte e stiamo intervenendo nel miglior modo possibile, tenendo conto del fatto che la richiesta di prestazioni è in costante aumento e nel settore della sanità c’è crisi di risorse umane, peraltro non soltanto nella nostra regione. In ogni caso, i punti sui quali si stanno focalizzando i nostri sforzi per risolvere la situazione sono essenzialmente tre. Primo: la messa disposizione di un’importante cifra, 50 milioni di euro, per effettuare prestazioni aggiuntive utili ad aumentare il numero di prestazioni a disposizione degli utenti del servizio sanitario regionale. Secondo: una maggiore attenzione all’appropriatezza delle prestazioni considerato l’elevato numero di esami diagnostici richiesti, soprattutto radiologici, che tuttavia risultano inopportuni, visto e considerato che, per esempio, in Liguria la cosiddetta over prescription riguarda il 30% delle prestazioni richieste. Terzo: una doverosa maggiore attenzione affinché le liste d’attesa siano rispettate dal servizio regionale, ma anche dagli utenti con conseguente necessità che una persona che non intende effettuare l’esame o sia impossibilitato a farlo ne dia tempestiva comunicazione, per tempo, affinché il posto lasciato vacante possa essere occupato da altro utente. Poiché il tema centrale dell’ordine del giorno a mia prima firma, che ho presentato venerdì scorso, verteva su questo ultimo aspetto, condivisibile ed etico, non si capisce l’immotivato attacco dei consiglieri regionali del Pd, i quali, come spesso accade, fanno soltanto un’inutile demagogia senza avanzare idonee proposte costruttive a vantaggio degli utenti del servizio sanitario della Liguria. Hanno perso un’ottima occasione per tacere“.