Iniziativa

Epatocarcinoma, l’importanza dell’approccio multidisciplinare nella cura: al San Martino l’esperienza del Disease Management Team

Genova – Un approccio multidisciplinare alla malattia, un team di specialisti che prendono in carico il paziente per proporre un percorso terapeutico e trattare in maniera ottimale uno dei tumori più aggressivi e complessi da affrontare: l’epatocarcinoma, il più frequente tumore primitivo del fegato, la cui prognosi è però in miglioramento grazie soprattutto ai progressi scientifici e alle innovazioni diagnostiche e terapeutiche.

È questa la sfida che il Disease Management Team (DMT) dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova affronta quotidianamente, un impegno illustrato nell’ambito del progetto “Uniti e vicini ai pazienti con Epatocarcinoma“, il ciclo di incontri promosso da Roche con il patrocinio di EpaC ETS proprio per mostrare le buone pratiche nella gestione del paziente con tumore epatico e promuovere allo stesso tempo confronto e condivisione di competenze, criticità e possibili soluzioni.

L’epatocarcinoma (HCC) è uno dei tumori più aggressivi e una delle prime cause di morti oncologiche nel mondo. In Italia, nel 2023, sono state stimate circa 12.200 nuove diagnosi e, nel 2022, sono state calcolate 9.600 morti (6.300 uomini e 3.300 donne). La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 22% negli uomini e del 22% nelle donne. La probabilità di vivere ulteriori 4 anni, condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi, è del 40% negli uomini e del 39% nelle donne. Attualmente sono 33.800 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore del fegato (25.300 uomini e 8.500 donne).
Oggi, grazie ai progressi scientifici e alle innovazioni diagnostiche e terapeutiche, la prognosi della patologia è in miglioramento, ma porta con sé una maggiore complessità di gestione.

Generico dicembre 2023

L’epatocarcinoma si sviluppa prevalentemente in persone che soffrono di cirrosi a causa di epatite cronica (B o C) o di abuso di alcool, sindromi dismetaboliche, e tipicamente si manifesta in stadi ormai avanzati. La prognosi per le forme non resecabili di HCC è infausta, con poche opzioni di trattamento sistemico, e il tasso di sopravvivenza ad un anno minore del 50% dal momento della diagnosi della forma avanzata. In Liguria si stimano circa 300 nuovi casi di epatocarcinoma ogni anno, e all’ospedale San Martino di Genova i pazienti affetti da epatocarcinoma presi in carico dal team multidisciplinare nel corso del 2022 sono stati 152.

A guidare il Disease Management Team dal 2021 è la dottoressa Annamaria Pessino, coordinatrice del DMT delle neoplasie gastroenteriche, che ha confermato come “la presa in carico del paziente con epatocarcinoma debba essere guidata da un team multidisciplinare composto da epatologi, chirurghi, oncologi, radiologi interventisti e altri specialisti che, lavorando in sinergia fin dal momento della diagnosi, possano individuare il miglior trattamento possibile per il paziente e indirizzarlo verso strutture di eccellenza e ad alta specializzazione. Quando il paziente è appoggiato a un team multidisciplinare vive di più, esistono almeno una decina di studi che lo dimostrano”.

Generico dicembre 2023

Ogni paziente viene dunque preso in carico dall’intero team e dai diversi specialisti, che valutano singolarmente il caso e la malattia e mettono a punto una strategia terapeutica che va dalla diagnosi precoce agli interventi chirurgici – che includono la possibilità di trapianto – passando per le terapie farmacologiche innovative e la gestione dell’epatopatia di base. Il DMT si avvale inoltre della presenza di un’infermiera specializzata, la cosiddetta “navigator nurse””, che lavora in collaborazione con il team multidisciplinare per coordinare e dare continuità alle cure e supportare pazienti e famigliari.

“È importante che la gestione del paziente avvenga in un ambito multidisciplinare, formato da figure professionali quali l’epatologo, il radiologo interventista, il chirurgo trapiantologico, l’oncologo e il palliativista, al fine di poter identificare il miglior percorso terapeutico per il singolo paziente – ha spiegato il professor Edoardo G. Giannini, direttore U.O. Clinica Gastroenterologia dell’Ospedale Policlinico San Martino – La figura dell’epatologo è centrale, l’epatocarcinoma insorge quasi esclusivamente in paziente affetti da epatopatia cronica, più frequentemente la cirrosi epatica. E la scelta terapeutica deve tenere in considerazione il delicato bilancio presente in questi pazienti, valutando attentamente la prognosi relativa alla malattia epatica e quella relativa al tumore”.

L’epatocarcinoma ha un effetto importante poi non solo sui pazienti, ma anche sulle loro famiglie. Avere informazioni chiare e precise sui percorsi di cura, sulla prevenzione, sui trattamenti e sulle strutture in grado di seguire al meglio il percorso diagnostico-terapeutico è indispensabile per affrontare l’epatocarcinoma: “Il paziente deve essere guidato nel suo percorso terapeutico assistenziale e preso in carico da una struttura di eccellenza e ad alta specializzazione con un team multidisciplinare che lo segua in tutte le fasi della malattia – ha confermato Massimiliano Conforti, vice presidente EpaC ETS, associazione che ha dato il patrocinio al Roadshow – È fondamentale e prioritario che i pazienti e le loro famiglie possano reperire facilmente le informazioni sulle strutture a cui rivolgersi e sulle terapie a disposizione, ma anche sulla diagnosi e sui fattori di rischio della malattia, di cui molto spesso non sono a conoscenza”.

Generico dicembre 2023

Alla Tavola Rotonda che si è svolta a Genova, la quinta di un ciclo di appuntamenti sul territorio nazionale che proseguirà anche nel 2024, hanno partecipato tanti specialisti del Policlinico: tra loro Enzo Andorno, direttore U.O. Chirurgia Epatobiliare e Trapianti d’Organo, Almalina Bacigalupo, dirigente Medico U.O. Radioterapia Oncologica, Paolo Borro, epatologo Chirurgia Epatobiliare e Trapianti d’Organo, Giulio Bovio, dirigente Medico U.O. Radiologia Oncologica e Interventistica, Paolo Pronzato, direttore del Dipartimento Interaziendale Regionale Oncoematologico, ed Elena Santacroce, dirigente medico U.O. Radiologia Oncologica e Interventistica.

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