Genova. “Coerentemente con quanto già realizzato dalla giunta Bucci in questi anni, quello presentato in Aula è l’ennesimo atto che certifica un’esclusiva attenzione per gli interessi di pochi”. Una nota del Pd commenta il bilancio previsionale presentato dal Comune di Genova.
Come sottolineato anche dal dossier dell’associazione Genova che osa, dalle linee programmatiche di spesa emerge “una visione di società preoccupante, in cui vengono tagliate drasticamente le spese necessarie a tutelare le fasce più vulnerabili della nostra comunità, favorendo così l’aumento delle disuguaglianze sociali e il divario economico fra le cittadine e i cittadini genovesi”.
Dai dati si evince, infatti, che la spesa sociale subirà una fortissima flessione che la porterà nell’arco dei prossimi tre anni a passare dai 150 milioni del 2024 agli 86 del 2026, poco più della metà. A subire i tagli più drastici saranno le voci relative agli asili nido e alle cure per gli anziani, che vedranno le rispettive spese dimezzate, e gli interventi per la disabilità, per i quali nel 2026 il Comune prevede una spesa di 700 mila euro contro quella attuale di un milione e mezzo.
Altrettanto preoccupanti vengono considerati i dati relativi alle politiche abitative: “Si ridurrà a un terzo la spesa per il diritto alla casa e di oltre la metà quella per l’edilizia abitativa pubblica”.
Allo stesso modo, sport e politiche giovanili subiranno “tagli pesantissimi finendo, di fatto, per essere annullate. La previsione è di quella di passare da 12 a poco più di 3 milioni di euro nell’arco dei prossimi tre anni, con una spesa per i giovani di soli 12.330 euro annui per il 2025 e il 2026”.
Per quanto riguarda le politiche scolastiche, a fronte dell’aumento dell’inflazione e dei costi, il mancato incremento della già scarna spesa equivale sostanzialmente a un taglio delle risorse a disposizione delle scuole genovesi.
“Il quadro prospettato da questa previsione di bilancio è drammatico. Una città in cui stare bene è un privilegio concesso ai pochi che possono contare su cospicue risorse individuali – spesso frutto di patrimoni familiari – e in cui tutti gli altri sono costretti ad arrancare senza poter contare su servizi e tutele che dovrebbero essere garantiti” dichiara il capogruppo Simone D’Angelo.
“Giovani, anziani e donne – principali portatrici del carico di cura nel nostro Paese e quindi maggiormente penalizzate dall’assenza di servizi – sono le categorie più colpite. Quale tipo di città lasceranno Bucci e la sua giunta dopo 10 anni di amministrazione? La città dei grandi eventi, del lavoro sempre più precario e delle grandi strutture di vendita, con un tessuto sociale sempre più debole e una società sempre più ingiusta”.