Genova. Da venerdì 17 a domenica 19 novembre torna a Genova Maledetti Architetti, l’evento organizzato dal Comune e da Fondazione Ordine Architetti di Genova che prende scherzosamente spunto dal pamphlet di Tom Wolfe e descrive bene l’approccio dei genovesi verso la produzione architettonica del ventesimo secolo: un rapporto spesso conflittuale, fatto di incomprensioni, insofferenza, polemiche e rancori. Una relazione difficile, un secolo di amore e odio, che deve essere conosciuta e compresa fino in fondo.
L’iniziativa, quest’anno alla sua terza edizione, si articola in un week end di visite guidate, eventi ed esplorazioni urbane gratuite, con l’obiettivo di raccontare la nostra città attraverso uno sguardo tra gli edifici più iconici del ‘900: nove luoghi per un racconto organico che, grazie a una squadra di cultori della materia, porterà alla luce peculiarità, segreti, bellezze, storie e storia di un vasto repertorio di edifici firmati da progettisti di chiara fama.
«Un percorso attraverso nove luoghi tra i più rappresentativi dell’architettura genovese del secolo scorso: una corrente controversa e non compresa per lunghi anni. In questo contesto è nato Maledetti Architetti, oggi alla sua terza edizione, che si propone di ricostituire un rapporto tra Genova e l’architettura contemporanea, meno conosciuta ma di grande valore urbanistico e architettonico, per una nuova narrazione della città attuale» commenta l’assessore all’Urbanistica Mario Mascia.
Genova è nota soprattutto per la sua monumentalità – dai Palazzi dei Rolli, alle chiese barocche, alla particolarità del centro storico – mentre sono meno conosciute le numerose testimonianze che hanno reso inconfondibile il suo panorama e lo skyline più recente. Edifici di altissimo pregio costellano i quartieri e il centro cittadino e i più importanti architetti italiani hanno lasciato il segno sul tessuto urbanistico genovese.
Questo esuberante lascito è ancora poco valorizzato e molti genovesi, pur imbattendosi ogni giorno in queste costruzioni, non ne conoscono l’origine e le caratteristiche. Maledetti Architetti si pone appunto l’obiettivo di mettere in luce gli edifici novecenteschi di altissimo pregio e di offrire ogni anno ai genovesi e ai turisti una mappa visiva delle più pregiate architetture novecentesche cittadine, attraverso di filmati monografici che verranno diffusi sul web e i canali social del Comune di Genova, visite guidate gratuite e mostre, per costituire una sorta di mappa ideale delle più pregiate architetture del secolo scorso.
Maledetti Architetti è un appuntamento annuale, di volta in volta dedicato a una fase storica, a un movimento estetico o a un singolo architetto. Direttore scientifico, lo studioso di storia dell’architettura e della città Jacopo Baccani con la consulenza del comitato scientifico della Fondazione dell’Ordine Architetti di Genova, che è anche partner unico dell’evento. La direzione organizzativa è affidata a Maurizio Gregorini, ideatore dell’evento e cultural manager del Comune di Genova.
«L’architettura del ‘900 è stata una corrente rivoluzionaria e incompresa: da qui è nata l’idea di Maledetti Architetti, che si propone di ristabilire un rapporto di orgoglio tra la nostra città e l’architettura del proprio tempo. Genova è una delle città con le testimonianze più marcate dell’architettura novecentesca: nella nostra città hanno lavorato i maggiori architetti italiani, lasciando importanti tracce delle loro opere e della storia dell’architettura italiana» spiega Maurizio Gregorini.
«Anche per questa edizione la Fondazione ha scelto di collaborare con il Comune di Genova all’organizzazione di Maledetti Architetti, un’esplorazione nella città del Novecento accompagnata da guide d’eccezione, architetti e ricercatori universitari, ma anche un pretesto per conoscere, apprezzare e, in un certo senso, vivere alcuni dei capolavori dell’architettura del ‘900 che è alla base del nostro lavoro e punto di partenza per l’evoluzione dell’abitare nella città che verrà. Un’esperienza che vedrà coinvolti, non solo gli addetti ai lavori, ma, anche e soprattutto, i cittadini che sono invitati a guardare con nuovo interesse quegli edifici che fanno da sfondo alla nostra vita di tutti i giorni. Un sentito ringraziamento va a Jacopo Baccani e a tutto il comitato scientifico, che assieme alla Fondazione hanno elaborato i contenuti dell’iniziativa e organizzato le visite» sottolinea Pierluigi Feltri, presidente della Fondazione Ordine Architetti di Genova.
Quest’anno, oltre a confermare alcune mete particolarmente care ai genovesi e accogliere l’entusiastica richiesta di adesione da parte di nuovi supporter, che si vanno ad aggiungere a presenze ormai consolidate, nella composizione del programma sono stati tenuti in debita considerazione alcuni avvenimenti di rilievo, quali il centenario della nascita di Piero Gambacciani, il trentennale della morte di Robaldo Morozzo della Rocca, il decennale della morte di Angelo Sibilla e la riapertura del Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone.
Ecco il programma:
17 novembre: PRE-EVENTO – Tour a piedi: “Madre del Mito”
Tra Carignano e Sarzano, da Piazza Dante alla Marina: una camminata alla riscoperta del Centro dei Liguri, dei Giardini Baltimora e delle loro adiacenze, per ricordare ciò che fu affrancandosi da stanchi passatismi, analizzare l’eredità del Moderno senza stereotipi di comodo, e vedere nel presente i sospesi da risolvere e le potenzialità da incoraggiare.
18-19 novembre: LE LOCATION IN VISITA
Villa Canali Gaslini
Gino Coppedè, 1924-25
Museo Chiossone
Mario Labò, con Cesare Fera, Luciano Grossi Bianchi e Giorgio Olcese, 1949-71
Teatro Politeama e Teatro Duse
Marco Lavarello, 1953-68
Palazzo ex-INA
Robaldo Morozzo della Rocca, 1955-64
Palazzo SIAT, ex-BPN
Luigi Vietti, 1959-60
Torre San Camillo, ex-Italimpianti
Andrea Mor, Angelo Sibilla, Luigi Tiscornia 1963-67ù
Torre San Vincenzo, ex-SIP
Melchiorre Bega, Piero Gambacciani e Attilio Viziano, 1964-69
Centro dei Liguri e Giardini Baltimora
Franco Albini, Franca Helg, Marco Dasso, Ignazio Gardella, 1972-80
Quarto Alto
Piero Gambacciani, Angelo Sibilla e Ignazio Gardella, 1981-86
18-19 novembre: I TOUR
Tour a piedi: Venti Settembre Avenue
Ottocento metri per venti di rettilineo dal centro alla periferia, da ovest verso est: una nuova direttrice viaria funzionale al crescente traffico ma anche una colossale operazione immobiliare a discapito di rioni popolari in aree centrali. Un grande laboratorio per sperimentare nuove tecniche costruttive ma anche l’occasione per la borghesia rampante genovese di autocelebrarsi con una Via Aurea del Ventesimo secolo.
Via XX Settembre è stata tutto questo e molto altro ancora, e oggi, grazie a una recente serie di restauri, torna a catturare l’attenzione degli avventori che quotidianamente la percorrono.
Tour a piedi: Fronte del Porto
Le diverse anime della Genova novecentesca sono ben visibili percorrendo una storica linea di confine fra città e porto che oggi si incarna nella Sopraelevata. Proprio al riparo di essa si svolge gran parte del tour che comincia dalla strana coppia delle Stazioni Marittime per proseguire lungo il dinosauro industriale di Hennebique, osservare l’innesto di cemento e acciaio del Dipartimento di Economia, scendere in una stazione del metrò, ammirare il Porto Antico rinato a partire dal 1992 e concludersi in piazza Caricamento, fra il modernismo fin troppo esplicito di Palazzo Scoccimarro il medievalismo idealizzato di Palazzo San Giorgio.
Tour in bici: La Corniche genovese
La nuova pista ciclabile fra la Foce e Boccadasse rende possibile un tour su due ruote lungo corso Italia, promenade di inizio secolo che oggi si presenta come vera e propria fiera campionaria dell’architettura novecentesca genovese: un caos calmo che permette ai passanti di spaziare dai capricci di Gino Coppedè al rigore di Luigi Carlo Daneri, dalle balconate ricurve di Lorenzo Castello agli spigoli a sbalzo di Piero Gambacciani, dai tritoni neomanieristi della Marinetta ai “televisori” anni Settanta di Piero Fiorio.
EVENTI COLLATERALI
Il grande assente di Piccapietra
Doveva essere prima a nord dell’Acquasola, poi al centro della nuova Portoria. La vicenda del Palazzo dell’Arte si è trascinata per mezzo secolo, fra concorsi nazionali e svariate proposte, anche di firme eccellenti, salvo poi non approdare a nulla e lasciare la city di Piccapietra priva di un polo culturale. Molti degli elaborati di progetto sono oggi visibili presso il Centro DocSAI.
Mario Labò e il Museo Chiossone
Un incontro a cura della Fondazione Labò per approfondire la figura di Mario Labò come intellettuale, storico, traduttore e progettista. L’evento si svolgerà in una delle sue architetture più rappresentative, il Museo d’Arte Orientale dedicato a Edoardo Chiossone, che da poco è stata riaperta al pubblico.
Info e prenotazioni su:
https://www.visitgenoa.it/maledetti-architetti/
https://www.happyticket.it/genova/rassegne/467-maledetti-architetti.htm