Genova. La conferma è arrivata oggi dal viceministro Edoardo Rixi, prima in sopralluogo ai cantieri Val Lemme e Radimero, poi in assemblea pubblica a Certosa: il Terzo Valico sarà funzionante nel 2026, almeno una delle due canne. Per il nodo di Genova, invece, la chiusura dei lavori – e di conseguenza il termine dei disagi per i pendolari – è fissata alla fine del 2024.
“In questo weekend abbiamo chiuso con la Commissione europea mantenendo la data del 2026 sulla realizzazione dell’opera e i fondi europei”, ha ricordato Rixi, ribadendo le rassicurazioni giunte dal ministro Matteo Salvini nei giorni scorsi sul mantenimento del progetto all’interno del Pnrr. “Da luglio facciamo riunioni costanti per cambiare il cronoprogramma e mettere le lavorazioni parallele invece che in linea e quindi iniziare l’armamento ferroviario anche prima che vengano completate le gallerie – prosegue il viceministro -. Ad oggi diciamo nel 2026 si potrà avere entrambe le canne, sicuramente ne verrà garantita almeno una in qualsiasi condizione“.
Le difficoltà tecniche che si continuano a registrare in Piemonte, quindi, non influiranno ulteriormente sul programma. “Ci sono delle situazioni difficili su Cravasco per l’amianto e dalle altre parti per le pressioni geologiche e la presenza di gas sotterraneo. Devo dire che abbiamo trovato maestranze assolutamente capaci e anche accorgimenti, innovazioni tecniche che solo in Italia sappiamo fare, credo che in qualsiasi altro Paese si sarebbero fermati i lavori. Stiamo procedendo con una capacità produttiva dei fronti di scavo in grado di traguardare la fine del 2025 per finire tutte le gallerie, anche l’ultimo pezzo. In realtà l’opera oggi è all’86% di realizzazione. Mancano in una canna 4 chilometri e nell’altra qualcosa in meno. Il tratto Cravasco-Castagnola è l’unico critico, ma in realtà lavoreremo su più fronti di scavo e non avrà criticità.
D’altra parte l’utilità del Terzo Valico dipende anche dai lavori di potenziamento delle linee tra Tortona e Milano. L’ultima stima delle Ferrovie, basata sulla previsione di completare l’opera principale entro il 2025 (già in fortissimo ritardo rispetto alle aspettative iniziali), individuava il 2027-2028 come traguardo per collegare Genova e Milano in meno di un’ora.
Sarebbe superato anche lo scoglio degli appalti dopo l’uscita di scena di Amplia (società di Autostrade) dirottata su cantieri di ammodernamento e Gronda: “Oggi c’è la sottoscrizione del contratto di WeBuild che prevede ovviamente il cambio delle lavorazioni che è avvenuto nel 2021 e che è stato uno dei temi che ha creato problemi ai subappaltatori, perché il cantiere non era più remunerativo”. Nel decreto Asset erano state inserite specifiche disposizioni per superare le difficoltà contrattuali e accelerare i lavori. A tal fine sono stati aggiunti ulteriori 700 milioni di euro per la realizzazione delle varianti tecniche (conseguenti alla nuova normativa tecnica e di sicurezza) e di sorpresa geologica.
“Abbiamo constatato le difficoltà oggettive e la complessità dello scavo di questa parte di galleria e per questo ringraziamo i tecnici e le maestranze, che ogni giorno si impegnano per proseguire nella realizzazione di un’opera così difficile. Da parte nostra dobbiamo garantire, prima di tutto, la sicurezza”, ha sottolineato il commissario di governo Calogero Mauceri. “Le gallerie del Nodo di Genova sono state completate ed entro 15-18 mesi, sulla base delle attuali previsioni, saranno ultimati gli scavi di quella che sarà la galleria ferroviaria più lunga d’Italia”, ha assicurato Nicola Meistro, senior executive operations rail del Gruppo Webuild.
Per il potenziamento del nodo di Genova, invece, si conferma il 2025 come anno di entrata in esercizio. “Se noi riusciamo a chiudere entro il 2024, quindi entro la fine dell’anno prossimo, le cantierizzazioni sul nodo, vuol dire che poi noi avremo la circolazione più che regolare, nel senso che saremo in grado dal 2025 di garantire i treni ogni 15 minuti tra Voltri e Brignole e avere sostanzialmente il nodo completo”, spiega Rixi. Il tema dell’incremento del servizio è tuttavia legato al contratto Regione-Trenitalia, sebbene sul tavolo sia sempre presente l’idea di affidare la gestione della tratta Voltri-Terralba ad Amt per portare la futura linea urbana sotto la gestione diretta di Comune e Città metropolitana.
Nel frattempo i prossimi tavoli coi pendolari avranno l’obiettivo di ridefinire il programma dei lavori per arginare i pesanti disagi vissuti nelle ultime settimane. “Noi siamo per fare meno interruzioni a singhiozzo ma finestre più ampie per garantire sia la sicurezza di chi lavora in cantiere sia un maggior numero di persone sia ridurre i tempi morti di cantierizzazioni. È chiaro che nel 2024 è auspicabile un incremento del servizio per assicurare ai viaggiatori di avere gli orari dei treni precisi e non casuali e anche per la produttività dei cantieri – prosegue Rixi -. È evidente che pensare di incrementare il numero dei convogli regionali o di mantenerli uguali in un momento in cui si sta lavorando sulla linea attiva rischia di compromettere il servizio o la sicurezza. Magari si può evitare di chiudere nei weekend estivi e chiudere qualche volta in infrasettimanale in altri periodi o chiudere durante la notte. Bisogna parlarne anche con gli stakeholder e capire se è meglio ad esempio per i pendolari magari non avere determinati servizi per una settimana o non averli a singhiozzo per sei mesi”.