Genova. “È urgente e concreta la necessità di un sistema di mobilità della Val Bisagno per ridurre l’uso dei mezzi privati, a beneficio di soluzioni più efficienti e sostenibili, ma un’opera come lo Skymetro risulta essere fortemente impattante, andando a esasperare le diverse fragilità del territorio, e non risolve i collegamenti di prossimità, viste le poche fermate e la mancanza di integrazione con il sistema della mobilità urbana, così come ridisegnato dal precario progetto dei quattro assi”. Così il Pd genovese dopo la commissione consiliare sul tema a Palazzo Tursi, ribadendo le forti critiche di fronte a “una proposta che, nei fatti, presenta più problemi che soluzioni, lasciando la Val Bisagno e i suoi abitanti senza un efficace sistema di trasporto pubblico”.
“Le criticità di questo progetto emergono, infatti, a partire dallo stesso studio di fattibilità, ricco di contraddizioni e omissioni, tanto nei documenti tecnici, quanto in quelli relativi alla sostenibilità economica, finanziaria, ambientale e normativa dell’infrastruttura. Esiste, in primo luogo, un importante tema di sicurezza legato alla situazione idrogeologica dell’area, dove è stato reso possibile costruire entro i 10 metri dall’alveo del Bisagno solamente grazie a una sciagurata deroga alla legge firmata dal governatore Toti – prosegue il Pd – Ma fino a quando non sarà finito lo scolmatore, opera che ha subito enormi ritardi nel cronoprogramma e della quale, a oggi, non si conosce una data per la fine dei lavori, non è pensabile immaginare alcun intervento che coinvolga il letto del torrente e garantisca, allo stesso tempo, le condizioni di sicurezza dovute ai cittadini”.
“Ci sono poi alcune criticità relative alla fruibilità dell’opera: le sei fermate previste disteranno tra loro circa 1 chilometro, non rappresentando quindi una concreta e rapida via di accesso al sistema di trasporto; inoltre la collocazione delle stazioni, sempre prevista dalla parte opposta rispetto all’abitato, aggiunge un ulteriore anomalia progettuale che penalizza sotto ogni punto di vista il raggiungimento delle fermate – continuano i Dem -. Va poi considerato che la struttura, secondo il progetto, si svilupperebbe in altezza per oltre 13 metri, andando quindi a impattare sul profilo dei quartieri attraversati, dal punto di vista architettonico e modificando fortemente il profilo di quartieri popolari che avrebbero il diritto ad avere la stessa attenzione (e investimento di risorse pubbliche) nella riqualificazione che la Giunta Bucci dedica ad altre aree della città, a partire dal Waterfront di Levante”.
“Il fatto che sia proposto, già in partenza, un progetto che gli stessi proponenti qualificano dall’impatto tutto sommato decoroso la dice lunga sul tipo di investimento che l’amministrazione comunale intende fare su questo territorio – dichiarano i consiglieri comunali del Partito Democratico -. Abbiamo chiesto di ripensare il progetto rivendendo il tracciato con un suo inserimento a raso nei punti in cui ciò è possibile, che permetterebbe, da un lato, di proporre una struttura nel complesso meno impattante, e dall’altro, di risparmiare una notevole quantità di denaro che potrebbe invece essere destinata all’immediata prosecuzione del percorso sino a Prato e a progetti di prossimità e di riqualificazione urbana, promuovendo uno sviluppo di città sostenibile e a misura di persona, in linea con quanto viene fatto a livello europeo”, proseguono.
“La retorica sulla crociata contro il presunto Partito del No della giunta Bucci è diventata oramai l’insopportabile giustificazione ai fallimenti: i quartieri popolari vengono trattati come quartieri di Serie B, la Tari è alle stelle, l’inflazione è la più alta d’Italia. Dopo sette anni le scuse sono finite“, concludono.