Genova. Quest’anno Crevari non ospiterà il tradizionale presepe meccanico diventato un simbolo del Natale genovese. La conferma è arrivata dall’assessora alle Tradizioni del Comune di Genova, Paola Bordilli, che nel corso del consiglio comunale, rispondendo a un’interrogazione ad hoc, ha spiegato che le problematiche che hanno portato la parrocchia a rinunciare al presepe non possono essere risolte nel poco tempo che resta prima dell’inizio delle festività natalizie.
La notizia dello stop allo storico presepe aveva iniziato a circolare lo scorso mese, complice la conferma della mancanza dei requisiti di sicurezza dei locali – le sale della parrocchia di Sant’Eugenio – che lo ospitano ormai da cinquant’anni. La mobilitazione per quella che è ormai diventata un’attrazione famosa anche fuori dai confini cittadini era partita dai residenti di Crevari, per arrivare poi sino in Comune.
“Il presepe di Crevari è una tradizione per il ponente cittadino e per l’intera città – ha detto Bordilli – È un tema che ho affrontato anche con don Zanardi , con cui ci siamo sentiti, che ci ha confermato l’esistenza di due problematiche, una relativa alla sicurezza dei locali e un’altra relativa alla parte meccanica, che è molto articolata e decisamente vetusta. Abbiamo fatto un sopralluogo con la Curia, uno degli interlocutori nella questione, e mi sono confrontata con la consigliera Bruzzone. Lunedì c’è stato poi un incontro con la Regione”.
“Ciò cui stiamo lavorando quest’anno è un mostra fotografica a Tursi e a Crevari per condividere con il luogo storico del presepe una presenza, anche se fotografica – ha concluso Bordilli – e contemporaneamente stiamo studiando delle soluzioni per poter mettere due, tre blocchi del presepe sia a Tursi sia in Regione. Non saranno tutti, ma anche in questo caso garantiremmo comunque la presenza del presepe”. Si avrà poi davanti un intero anno per risolvere tutte le criticità e tornare al tradizionale appuntamento natalizio, interrotto in cinquant’anni soltanto in un’altra occasione, nel 2020, anno della pandemia di covid-19.