Genova. La povertà cresce a Genova così come le persone senza fissa dimora. Le strutture esistenti sono spesso insufficienti così come le modalità di accoglienza. Per questo chi dell’accoglienza e della solidarietà ha fatto la sua missione di vita ha deciso di attrezzarsi. Grazie a don Giacomo Martino, che amministra quattro parrocchie nel quartiere di Oregina, e alla collaborazione di Sant’Egidio, tra un paio di settimane nascerà a Genova un nuovo dormitorio per le persone senza fissa dimora che cercano un riparo per l’inverno. Si chiama “L’uomo al centro” perché è proprio sulle persone e sui loro bisogni che è incentrato.
Il dormitorio, realizzato nel salone della parrocchia di San Tommaso (via Almeria 19), avrà un orario più lungo di quelli previsti normalmente dai centri, dalle 19 alle 8 del mattino. I posti saranno circa 15 per ospiti ‘stanziali’ vale a dire, sempre gli stessi che potranno così aver garantito un pasto caldo, un letto e una colazione ogni giorno senza. “Sarà per il momento un dormitorio solo maschile – spiega don Giacomo – ma nel frattempo abbiamo recuperato una piccola stanza dove potremo collocare un paio di donne”. L’esclusione deriva dal fatto che le persone saranno ospitate “in un unico grande salone, oltre al fatto che le donne senza fissa dimora in città sono molto meno degli uomini”.
L’idea della nuova struttura nasce da molteplici esigenze: “La situazione attuale è che i i centri di accoglienza per persone senza fissa dimora non sono sempre sufficienti a gestire una situazione che si sta aggravando. Con la povertà in crescita a Genova le persone senza fissa dimora sono raddoppiate. Ce ne siamo accorti andando in giro per strada a portare cibo e coperte” racconta. Inoltre, chi dorme in strada da sempre non accetta un posto letto provvisorio: “Quando gli viene proposto un posto letto per qualche giorno rifiutano ma perché sanno che in strada ci dovranno tornare a breve e hanno timore che altri possano prendere il loro giaciglio fatto di cartoni”.
Da qui l’idea di realizzare un centro che possa ospitare un numero di clochard ‘stabili’ per tutto l’inverno: “Sono quelli che già conosciamo anche se appunto quest’anno sono raddoppiati. In questo modo possono avere la certezza di avere una calda, un letto e una colazione per tutto l’inverno, quasi come una casa vera, e questo può creare anche dei legami fra le persone e fra loro e i volontari, come una piccola comunità” dice don Giacomo
Un’altra questione che il centro potrebbe risolvere è quella della residenza, che per gli stranieri equivale alla possibilità di ottenere il permesso di soggiorno perché “possiamo dare a queste persone la residenza in modo emergenziale”. Don Giacomo, oltre a essere attivissimo come sempre, è anche fiducioso: “Spero anche che questo porti un po’ di volontariato e per questo abbiamo scelto di dividere le attività da svolgere in tanti piccoli pezzi, in modo che ciascun volontario possa inserirlo con il tempo e le attitudini che ha. E’ una goccia nell’oceano, ma se tutti mettessero la loro goccia, magari non facciamo l’oceano, ma una piccola piscina che è meglio di niente”
Chi volesse partecipare al progetto di solidarietà può dare una mano nella preparazione dei pasti, nel loro trasporto dalla cucina che si trova nella parrocchia di Santa Caterina a quella di San Tommaso, nel servire i pasti stessi. Nell’assistenza per alcune notti ma è possibile dare anche un contributo economico visto che alcuni servizi come la pulizia degli ambienti e la sanificazione dei bagni saranno affidati a operatori professionali. Mercoledì 22 novembre alle 19 alla parrocchia di San Tommaso si svolgerà un primo incontro organizzativo.