Genova. Fin dalle prime luci dell’alba decine di persone si sono radunate presso i varchi portuali di San Benigno e Albertazzi per dare vita al presidio contro la guerra e contro il traffico di armi che passa anche attraverso il porto genovese. Un presidio organizzato dal Calp di Genova e che prosegue l’onda di manifestazioni che in questi giorni stanno avendo luogo in molte parti di Italia e Europa per protestare contro la guerra in medioriente e non solo.
“Quello che possiamo fare noi da qua per fermare la guerra è quello di bloccare l’economia che sostiene la guerra. Dobbiamo portare la nostra solidarietà agli sfruttati e alle sfruttate a prescindere dalla nazione e dalla nazionalità – è stato detto dai portuali durante il presidio – I lavoratori palestinesi ci chiedono questo, quello di dissociarsi con i nostri governi che sostengono la guerra e di boicottare tutti i meccanismi che alimentano la guerra“.
“Noi facciamo questa battaglia da anni, in tempi non sospetti, quando le armi che passavano dal porto di Genova andavano in Yemen – sottolinea ai microfoni di Genova24 Riccardo Rubino del Calp – Sappiamo che stanno riprendendo a muoversi, ma noi a prescindere da questa lotta iniziata nel 2019 oggi manifestiamo contro tutta l’economia delle armi. La nostra battaglia è contro le lobby delle armi che decidono quanto far scoppiare le guerre e quanto farle durare”.
Il traffico di armi che tocca Genova ha dimensioni difficili da quantificare. “Senza dubbio qua se ne caricano poche ma invece sono tante le navi con a bordo armi destinate ai teatri di guerra che comunque transitano da qua. Ecco la nostra battaglia è anche e soprattutto contro il transito di navi che trasportano armi. Noi vogliamo fare una lotta senza quartieri ai trafficanti di armi. Tutte le armi”.
Il presidio è iniziato alle sei del mattino, per intercettare e bloccare i primi traffici portuali. Nel corso della mattinata diverse decine di persone si sono poi unite alla manifestazione che ha contato fino a oltre duecento partecipanti appartenenti a diverse sigle – oltre al Calp – tra cui Osa, Csoa Zapata, Potere al Popolo, Usb, Associazione Liguria-Palestina, Non una di meno Genova, Genova Solidale, Cobas, Collettivo Sale, studenti e simpatizzanti.
Una volta che il presidio si è irrobustito con l’arrivo di altri manifestanti, è partito un corteo che ha attraversato la zona portuale di Sampierdarena per giungere in zona Wtc dove ha la sede genevese la compagnia di navigazione israeliana Zim, diventata oggetto di protesta anche in altre città portuali italiane e non. L’ingresso dell’edificio è stato presidiato da un cordone di polizia in assetta anti-sommossa: i manifestanti hanno intonato canti e cori contro la guerra e contro il governo israeliano, portando la propria solidarietà al popolo palestinese, in questi giorni ancora sotto le bombe dell’esercito di Tel Aviv.
“Vi ringrazio di cuore per la vostra solidarietà, la presenza e l’impegno continuo per la nostra gente. La nostra è una lotta giusta contro il genocidio continuo di Israele nei confronti della popolazione inerme e innocente di Gaza. Noi subiamo questo colonialismo e imperialismo moderno, siamo le vittime della politica dell’Occidente. Crediamo molto nel vostro aiuto e soprattutto nel blocco degli armamenti – ha detto Karim Hamarneh, presidente associazione Liguria-Palestina – Per noi è logico e ovvio bloccare gli armamenti, stiamo subendo bombardamenti e massacri sulla popolazione inerme, bisogna fare qualcosa almeno perché cessi il fuoco. Siamo stati espropriati, cancellati, buttati fuori da lì. Non abbiamo la possibilità oggigiorno di vivere una pace giusta che dia dignità e autodeterminazione al popolo palestinese. Tutti gli accordi di pace sottoscritti dai nostri capi non hanno avuto successo perché il governo israeliano non ha interesse a una pace giusta con due popoli e due stati”.