Genova. Sanità ligure al centro della puntata di Report andata in onda ieri sera su Rai 3. La prima inchiesta della stagione, firmata da Claudia Di Pasquale, con la collaborazione di Goffredo De Pascale e Raffaella Notariale, si intitola La stiamo perdendo. La squadra di Sigfrido Ranucci, dopo aver passato al setaccio i guai della Lombardia post Covid, ha messo in luce le criticità del territorio tra ospedali chiusi, coinvolgimento dei privati e lunghe liste d’attesa. A rispondere per conto della Regione l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola.
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La puntata si è aperta col caso Albenga tra chiusura del pronto soccorso e gestione affidata ai privati. Il viaggio tra gli ospedali genovesi è iniziato dal padiglione C del Galliera, ristrutturato e semiabbandonato per molto tempo. Il progetto del nuovo ospedale – ha ricordato l’autrice dell’inchiesta – è passato da 560 a 404 posti letto con costi stimati per 154 milioni che alla fine saranno “di più”, ha affermato Gratarola.
Poi il Villa Scassi definito “al collasso”, che doveva essere affiancato dall’ospedale di vallata (un tempo immaginato all’ex Mira Lanza) in previsione del quale sono stati chiusi gli ospedali di Busalla, Bolzaneto e Rivarolo con declassamento del pronto soccorso del Gallino di Pontedecimo.
Oggi sul tavolo c’è il cosiddetto “progetto bandiera” degli Erzelli, in tutto 405 milioni per realizzare il centro nazionale di medicina computazionale e tecnologica di cui 280 milioni solo per l’ospedale (in origine doveva costarne 160) con l’idea tornata in auge di coinvolgere i privati se non arrivassero sufficienti fondi pubblici: “In questo momento c’è una manifestazione di interesse di Ght che non ha ancora formulato nessun tipo di progetto”, ha confermato Gratarola.
Il viaggio è proseguito a Rapallo, ospedale costruito nel 2010 dove oggi non c’è il punto di primo intervento e alcuni reparti sono chiusi “perché se apri qualcosa devi avere le truppe, se no fai la fine di Napoleone”, ha commentato l’assessore. Quindi focus sul Pnrr e sulle case di comunità – 14 quelle previste sul territorio genovese – molte delle quali sovrapponibili a strutture già esistenti (ad esempio Pegli) dove l’apertura 7 giorni su 7 ad oggi non può essere garantita. Tra i dossier trattati da Claudia Di Pasquale anche il Felettino della Spezia e il Saint-Charles di Bordighera.
Sono stati ricordati i dati diffusi a giugno dalla fondazione Gimbe secondo cui la Liguria è ultima in Italia per recupero degli interventi chirurgici programmati e saltati causa Covid (solo il 14% rispetto al 65% italiano). Per le liste d’attesa, col 39%, la nostra regione è risultata quintultima, nonostante i 13,3 milioni di finanziamento nazionale ad hoc. Secondo la Corte dei conti le fughe verso altre regioni sono costate 52,2 milioni di euro nel 2022.