Appello

Parco di Portofino ridotto al minimo, gli ambientalisti a Mattarella: “Annulli la perimetrazione”

Il Coordinamento per il Parco Nazionale di Portofino chiede di fermare il Dpr firmato dal ministro dell'Ambiente: "Individuato il territorio più piccolo possibile in spregio ai principi di tutela ambientale, alla Costituzione e alle norme europee"

Generico ottobre 2023

Genova. Un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché respinga il decreto che conferma la perimetrazione del Parco di Portofino ai tre comuni che ne fanno già parte. Lo ha inviato il Coordinamento per il Parco Nazionale di Portofino che riunisce comitati e associazioni ambientaliste (come Italia Nostra, Wwf, Lipu, Legambiente e altre) dopo la firma del provvedimento da parte del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin.

Il Coordinamento chiede l’istituzione del Parco Nazionale di Portofino allargato al territorio di 7 comuni come proposto dall’Anci, mentre la prima perimetrazione provvisoria firmata dall’ex ministro Roberto Cingolani, contro la quale anche la Regione ha fatto ricorso, includeva 11 comuni.

“La perimetrazione definitiva del Parco Nazionale di Portofino, istituito dopo l’inerzia protrattasi per quasi sei anni da parte di Regione Liguria e dei Comuni interessati” viene ora decisa, o meglio, proposta al presidente della Repubblica “d’intesa con Regione Liguria, limitandola al territorio di tre comuni, in spregio ai principi di tutela ambientale e di equità intergenerazionale, che anche Regione Liguria, gli Enti locali e, soprattutto, il ministero dell’Ambiente (variamente denominato nel tempo) sono chiamati ad applicare”, si legge nel testo dell’appello.

“Viene individuato come area protetta il territorio più piccolo possibile, corrispondente a quello dell’attuale Parco Regionale, reso ancora meno esteso dalla recente abolizione, ad opera di Regione Liguria, delle aree contigue. Viene estesa la zona 3, che consente un’elevata antropizzazione. Tutto questo – prosegue il Coordinamento – avviene per ragioni esclusivamente politiche, senza tener conto della voce dei cittadini, della volontà dei comuni potenzialmente interessati (che chiedono di entrare) e, soprattutto, degli studi istruttori e dei pareri di Ispra, che vengono del tutto disattesi. E avviene in spregio anche all’accordo di Durban del 2003 e, soprattutto, alla Strategia Europea per la Biodiversità, che prevede la creazione, entro il 2030, di una rete coerente e ben gestita di zone protette comprendenti almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell’Ue, di cui almeno un terzo sottoposte a tutela rigorosa (mancano solo sette anni al 2030 e ne abbiamo impiegato ben sei per non arrivare neppure a perimetrare in via definitiva un solo parco nazionale)”.

Le associazioni si appellano dunque a Mattarella perché, adottando il provvedimento definitivo che formalmente sarà un Dpr, “respinga la proposta del ministro dell’Ambiente, chiedendogli di riformularla, adeguandosi al parere di Ispra e soprattutto alla Costituzione, alla normativa europea, agli accordi internazionali ed alla volontà espressa dai territori”.

 

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