Genova. Perché non far entrare nel Parco di Portofino i sette comuni che vogliono farne parte? “La proposta che ho dalla Regione è quella”, però “se ci saranno valutazioni di tipo diverso, strada facendo si vedranno”. Risponde così il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, a Genova per l’assemblea nazionale di Anci, dopo che ieri è stato annunciato l’ennesimo ricorso al Tar, questa volta contro la perimetrazione decisa da Roma sulla base dell’intesa con la Regione che riporta il futuro Parco Nazionale ai vecchi confini di quello regionale.
“È un paese democratico, è legittimo fare dei ricorsi, al momento c’è una delimitazione provvisoria, concordata con Regione Liguria”, taglia corto Pichetto Fratin. Ma le polemiche non si spengono: le opposizioni lo definiscono parco francobollo e c’è chi continua a far notare che sarebbe il parco nazionale più piccolo d’Italia: “Bisogna fare una valutazione anche a livello locale, questo è l’accordo tra il governo e la Regione, ma ripeto, è provvisorio”.
“Non è un parco francobollo, ma un parco che allarga il parco regionale esistente e unifica l’area marina protetta, esattamente come la maggior parte dei sindaci che già portano con sé quel parco da molti anni ci hanno chiesto di fare – risponde Toti intercettato subito dopo il ministro -. Il parere della Regione tiene conto del parere della maggior parte dei sindaci che intendevano restare nella situazione che era o inserire nel parco solo porzioni del loro territorio costruendo un parco che avrebbe avuto poca coerenza col territorio. È abbastanza evidente che un ministro ascolti la Regione dal momento che i parchi nazionali si costituiscono d’intesa tra il Governo e la Regione, quindi è la Regione che si fa cario di cogliere i suggerimenti che arrivano dalle associazioni, dagli amministratori e dai portatori di interesse”.
Il ricorso al Tar è stato presentato da Daniele Granara, presidente dell’associazione Amici del Monte di Portofino anche a nome della Onlus Verdi ambiente e società. “Il decreto del ministro Pichetto Fratin, non preceduto dallo svolgimento di alcuna attività istruttoria, determina il venir meno delle misure di salvaguardia per oltre 4 ettari di territorio, riducendo notevolmente l’estensione dell’area data dalla perimetrazione provvisoria del Parco Nazionale di Portofino – sostengono i ricorrenti -. Il tutto, nonostante la straordinaria opportunità che il Parco Nazionale possa rappresentare, sia sotto il profilo della tutela ambientale, sia sotto il profilo economico, per l’inserimento dei Golfi del Tigullio e Paradiso, nel circuito turistico internazionale e la possibilità di interazione con il Parco Nazionale delle Cinque Terre, dal primo poco distante via mare”.
“Toti ormai difende l’indifendibile – attacca il capogruppo del Pd Luca Garibaldi -. Quello di Portofino è un Parco francobollo e anche autolesionista rispetto allo sviluppo del territorio. Dire che altri comuni sono stati esclusi perché le porzioni dei loro territori non erano coerenti è una falsità. Sia l’area del Santuario di Montallegro a Rapallo che quella delle Grazie a Chiavari, sarebbero state coerenti all’interno del Parco e non si capisce perché siano state escluse, se non per motivi politici. Queste aree hanno un riconosciuto valore ambientale da tutelare, sono le prime aree da inserire in un parco: e questo è confermato anche dal fatto che la Regione ha sostenuto che, pur non facendone parte, dovrebbe essere il Parco Nazionale a gestirle in futuro. Per cui da un lato la Regione non le inserisce ma poi si giustifica dicendo che in qualche modo le tutelerà, basta non siano nel Parco. Una doppia morale secondo cui bisogna rispettare i valori ambientali ma non troppo, sennò la Lega si arrabbia. Avrebbe avuto più senso fare un’intesa facendo entrare dentro il parco i comuni che lo avevano chiesto e non cercare di giustificare le scelte politiche parlando di ‘non coerenza dei territori’, perché non ci sarebbe stato motivo di escludere quei comuni che avevano al loro interno realtà di grande valore ambientale. Le uniche scelte incoerenti sono quelle della Regione e del Governo, non quelle dei territori”.
La tesi è che il decreto sia illegittimo “laddove prevede di annullare e sostituire i precedenti decreti in assenza dei presupposti di legge, ma al solo inaccettabile e inammissibile fine di accontentare insistenti e ingiustificate richieste dell’amministrazione regionale. Peraltro, non solo il ministro ha disatteso l’istruttoria precedentemente condotta da Ispra, ma consta che abbia addirittura dimenticato di considerare (e, non a caso, di menzionare nel testo del decreto) uno sconosciuto parere reso da Ispra proprio in relazione all’illegittima volontà di riperimetrazione. Tale parere, reso il 1° settembre 2023, risulterebbe addirittura contrario alla riperimetrazione proposta dalla Regione Liguria e illegittimamente adottata con il decreto ministeriale. Nella vicenda in esame, si assiste al paradosso per cui la perimetrazione di un parco nazionale è rimessa a un incompetente organo politico, in palese contrasto con l’istruttoria tecnico-scientifica svolta da Ispra”.
“Dunque – concludono i ricorrenti – non solo la Regione Liguria ha potuto dare il proprio contributo non previsto relativamente alla perimetrazione provvisoria, ma addirittura è stata adottata la perimetrazione proposta unilateralmente da detta amministrazione regionale senza lo svolgimento della benché minima attività istruttoria in proposito, contravvenendo apertamente al precetto legislativo”.
La deputata e vicepresidente alla Camera Valentina Ghio dice: “Voler andare avanti con l’idea di un Parco Nazionale estremamente ridotto è una scelta incomprensibile e anacronistica. Ci stupisce la posizione ribadita dal Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin rispetto al Parco Nazionale di Portofino circoscritto a tre comuni. Il suo ruolo dovrebbe essere quello di garante della tutela ambientale e non di rappresentante di una parte, tanto più quando lo stesso organismo tecnico del suo Ministero, Ispra, ha dato un parere diverso attraverso valutazioni tecniche e scientifiche. Proprio per queste ragioni e per verificare le difformità delle indicazioni, ho presentato un’interrogazione in Commissione Ambiente insieme al collega Marco Simiani, da domani audiremo le associazioni ambientaliste, i comitati, i comuni, per fare chiarezza su una vicenda surreale. La Proposta di Toti di un Parco a tre non corrisponde alla necessità di unire fra loro varie aree del territorio meritevoli di essere tutelate per il loro valore ambientale e paesaggistico e dimentica le esplicite richieste di ingresso di alcuni comuni, formalizzate con delibere di consiglio comunale. Le Regioni vanno ascoltate ma le scelte del governo devono essere imparziali”.
Il vice presidente della Regione Liguria con delega ai Parchi Alessandro Piana replica: “Non c’è nulla di anacronistico o di parte nel tutelare la biodiversità e le caratteristiche del promontorio di Portofino, così come nel valorizzare aree omogenee di pregio ambientale e paesaggistico. Semmai è un modo coerente di guardare al futuro. Abbiamo infatti ristabilito un equilibrio, tenendo conto della maggioranza delle volontà espresse dal nostro territorio. Per il Parco di Portofino dunque la questione non è quella di precludere l’adesione ad altri Comuni, ma di seguire iter partecipativi, così come è stato fatto anche in altri Parchi italiani. L’obiettivo è proprio questo: consentire la scelta in modo opportuno, seguendo un percorso di interlocuzioni e di confronto con gli abitanti e con gli stakeholder, non per decreto. Allo stesso modo abbiamo liberato da vincoli assurdi i Comuni fin da subito contrari alla precedente perimetrazione, sempre nella piena attenzione all’area oggetto di tutela. Per essere precisi, inoltre, abbiamo già aumentato la superficie del Parco, ma in proporzione a quella che è la sua estensione e la sua unica biodiversità, senza estenderla in questa fase a territori che poco hanno a che fare col Promontorio di Portofino. Non accettiamo critiche strumentali e non costruttive che non portano a nulla, ma creano solo confusione”.