Genova. Arriva il colpo di scena in uno dei cold case più famosi della Liguria, il delitto di Nada Cella, la ragazza di 25 anni massacrata nel maggio del 1996 nello studio di via Marsala, a Chiavari, in cui lavorava.
Nelle scorse ore è stato infatti notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari all’avvocato Giovanni Roffo, difensore di Annalucia Cecere, 54 anni. Cecere è indagata per omicidio volontario aggravato da crudeltà e futili motivi, mentre il commercialista Marco Soracco, titolare dello studio in cui Cella lavorava e in cui è stata uccisa, e la madre Marisa Bacchioni sono indagati per favoreggiamento e false dichiarazioni al pm.
Cecere, che oggi vive in Piemonte, era entrata da subito nell’inchiesta sulla morte di Nada Cella, ma la sua posizione era stata rapidamente archiviata. A suo carico ci sono però la testimonianza di una persona che ha detto di averla vista sfrecciare in motorino fuori dal palazzo di via Marsala, la mattina in cui Nada è stata uccisa, e del dna femminile trovato sulla scena del crimine, sottoposto a nuove analisi con la riapertura del caso.
Nada Cella lavorava come segretaria nello studio del commercialista Soracco, al numero 14 di via Marsala, e la mattina del 6 maggio 1996 era stata trovata in fin di vita nel suo ufficio proprio da Soracco, che nel palazzo viveva con la madre. L’ipotesi iniziale, nei primi concitati momenti dopo il ritrovamento del corpo, fu quella di una caduta fatale, ma nelle ore successive emerse in modo evidente che si trattava di un omicidio. Il caso era stato riaperto dal pubblico ministero Cristina Dotto nell’aprile del 2021 grazie ai nuovi elementi portati dalla criminologa Antonella Pesce Delfino e dell’avvocata Sabrina Franzone, legale della famiglia Cella.