Imperia. In Liguria ci sarà un Cpr per i migranti, ma non sarà a Ventimiglia. Ad annunciarlo è stato oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha visitato la città di confine per poi partecipare al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura a Imperia.
Il ministro ha chiarito che a Ventimiglia verrà realizzata “una struttura che dia sollievo agli stazionamenti” in un’area già individuata, “per evitare che le persone vivano nel degrado in mezzo alla strada, a beneficio sia dei cittadini di Ventimiglia che nell’interesse delle persone”. Il centro di accoglienza sarà quindi destinato ai soggetti più vulnerabili, i soggetti che quindi possano trovare un tetto sulla testa, soprattutto con l’avvicinarsi della stagione invernale”.
“Però – ha proseguito Piantedosi – è altrettanto improntate completare il quadro delle infrastrutture che servono a gestire il fenomeno, con la realizzazione, anche qui in Liguria, di un Cpr. Ovviamente un Cpr è una struttura che impone una delicatezza progettuale un po’ più articolata per cui stiamo valutando alcune soluzioni che ci sono state segnalate, che sul territorio regionale possono essere utili al caso. Vi dico già subito che non sarà a Ventimiglia“.
Si riapre dunque la partita per il resto della regione. A dare piena disponibilità era stato nelle scorse settimane il presidente Giovanni Toti che aveva offerto al ministro “disponibilità a collaborare per dare un’ordinata risposta a una crisi non risolvibile in pochi mesi” invitando anche gli altri governatori a fare “ognuno il suo” evitando le polemiche.
E il sindaco di Genova Marco Bucci, a margine di un sopralluogo al Salone Nautico, pur definendola un’ipotesi remota, si era detto disposto a collaborare: “Non è una mia scelta. Se il governo mi chiede una cosa, figuriamoci se dico di no: qualunque governo. È un mio dovere istituzionale. Gli spazi li troviamo, ma finora il prefetto non mi ha chiesto nulla”.
“Nei Cpr – ha ricordato Piantedosi – vengono trattenuti gli immigrati irregolari, che hanno commesso reati o si sono manifestati per condizioni di pericolosità, vengono trattenuti lì per provvedimento convalidato dall’autorità giudiziaria e poi possono sottrarsi da quel trattenimento se collaborano con l’identificazione. L’interessato può uscirne in poche ore se si lascia identificare ai fini del rimpatrio. C’è bisogno anche di quello, perché ci sono stati alcuni casi di cronaca questa estate che ne segnalano l’ulteriore necessità. Come nel caso di alcuni stranieri che poi hanno commesso un omicidio e, nel ricostruirne la storia, si è visto che erano stati oggetti di precedenti espulsioni a cui si erano sottratti per carenza di posti nei Cpr”.
“L’esigenza di avere una rete di Cpr per destinarli a queste persone è tutt’altra cosa che l’esigenza di accoglienza: ci vogliono entrambe le cose, non sono cose alternative tra di loro – sostiene Piantedosi -. Per quanto riguarda la collocazione, quello di accoglienza sarà sicuramente localizzato a Ventimiglia. Per il Cpr, vista la sua delicatezza e i parametri che la legge impone, avverrà all’interno della regione, non abbiamo al momento segnalazioni di immobili disponibili nella città di Ventimiglia. Individueremo le aree a breve, poi ci vorranno i tempi di realizzazione, che non sono in grado di dire ora, ma i tempi di individuazione sono ormai prossimi”.