Genova. Nove misure cautelari sono state eseguite nelle ultime ore dalla polizia di Stato nei confronti di altrettante persone, un capo-ultrà del Perugia e otto figure di spicco della Gradinata Nord, coinvolti e ritenuti responsabili di una maxi rissa avvenuta a Marassi a Genova dopo la partita Genoa-Perugia giocata il 15 aprile scorso nell’ambito del campionato di Serie B.
L’attività d’indagine, condotta dalla Digos di Genova e coordinata dalla procura del capoluogo ligure, ha permesso di individuare i responsabili delle condotte più violente, uno in particolare autore di un accoltellamento.
Per due degli indagati è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere (uno di questi, Stefano Curti, è considerato un leader della tifoseria del Perugia), mentre l’altro ora a Marassi, Fulvio Bonavita, e gli altri sette sono tutti ultras genoani, tutti elementi di spicco della Gradinata Nord. Per i sette sono scattati arresti domiciliari.
Nel corso delle perquisizioni, eseguite dalla digos genovese ed estese anche ad altri due tifosi per i quali non sono state ritenute sussistenti le esigenze cautelari, sono stati sequestrati gli smartphone e gli altri dispositivi informatici e altro materiale utile alle indagini.
I tifosi individuati, tutti tra i 21 e i 56 anni, sono stati indagati a vario titolo per i reati di rissa aggravata, lesioni aggravate e detenzione illegale d’arma.
Chi sono i tifosi per cui sono scattate le misure cautelari dopo Genoa-Perugia. In carcere Fulvio Bonavita, ultras del Genoa, e Stefano Curti, capo ultrà del Perugia. Ai domiciliari Davide Masala, Cristiano Grasso, Massimiliano Leonardi, Loris Capatti, Paolo Galatà, Maxilimiano Gaozza e Simone Esposito.
“Gli stessi – chiarisce una nota della Polizia – appartengono ai gruppi ultras genoani Nucleo 1893, Armenia 5 Rosso e Caruggi, il primo in contrasto con gli altri due ormai da anni per questioni legate all’orientamento politico e alla supremazia in gradinata, fino ad arrivare allo scontro violento e risolutivo nel quale alcuni partecipi sono rimasti feriti”.
L’analisi dei contenuti di smartphone e pc servirà a confermare l’effettiva partecipazione degli indagati alla rissa, nonché a verificare i vari contatti al fine di individuare altri responsabili e i reali organizzatori della colluttazione.