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Ghio (Pd): “Il Governo intervenga per garantire la sicurezza del lavoro portuale”

Presentato l'ordine del giorno alla Camera: "Si avvii l'iter per sbloccare il fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori"

porto genova container

Genova. “Alla luce delle mutate condizioni di lavoro nei porti è necessario intervenire affinché vengano garantite sicurezza e benessere lavorativo. È indispensabile incrementare la sicurezza attraverso percorsi di formazione; aprire un confronto sul tema della definizione dei lavori usuranti in ambito portuale e attivare il Fondo di accompagno all’esodo, già impostato a partire dal 2021. I lavoratori portuali necessitano di maggiori tutele e continua qualificazione”.

Così la deputata e vice capogruppo alla Camera Valentina Ghio che ha presentato un ordine del giorno insieme al collega Marco Simiani capogruppo della Commissione Ambiente che chiede al governo di assumere ogni iniziativa, anche di carattere normativo, per implementare la sicurezza del lavoro portuale a partire dall’attivazione del fondo per l’incentivazione al pensionamento anticipato dei lavoratori.

“L’organizzazione del lavoro nei porti negli ultimi 30 anni – prosegue Ghio –  ha vissuto cambiamenti significativi, fra cui l’utilizzo sempre crescente della tecnologia per una migliore performance dei rendimenti. In questo quadro mutato, nonostante le significative attività formative promosse e realizzate a sostegno dei lavoratori, se da un lato si sono ridotti gli infortuni di lieve entità, dall’altro sono aumentati quelli gravi e purtroppo anche mortali. Tutto questo necessita una riflessione e impone interventi legislativi rapidi. Interventi che guardano alla formazione e all’armonizzazione della disciplina sulla sicurezza portuale ai principi dell’ordinamento generale. Un lavoro che va accompagnato anche dal concreto avvio del fondo per l’incentivazione al pensionamento anticipato dei lavoratori. Al riguardo le aziende e lavoratori stanno già pagando la compartecipazione accantonando risorse per il fondo istituito dall’articolo 10 del decreto 228 del dicembre 2021, che il Governo deve sbloccare al più presto. Sono infatti passati tre anni dall’intesa che ha portato all’istituzione del fondo, ma nessuna soluzione operativa è stata attuata anche a causa di alcune obiezioni, arrivate dal Ministero dell’Economia e Finanze (MEF), che sostengono che nel nostro ordinamento sono già presenti diverse opzioni di uscite anticipate dal mondo del lavoro senza tener conto del fatto che il settore portuale è regolato da una “legislazione speciale”, sia nel modello organizzativo, autorizzativo, di promozione e di controllo, sia sul piano della sicurezza”.

“Il Governo si è espresso con l’accoglimento dell’ordine del giorno con raccomandazione: adesso, anche in occasione del percorso di riforma dei porti, è necessario che smetta di temporeggiare e intervenga al più presto, e dia rapida operatività all’avvio del fondo per l’incentivazione al pensionamento anticipato dei lavoratori insieme al percorso per includere il lavoro operativo nei porti nel lavoro usurante. Non si può più aspettare”, conclude Ghio

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