Agitazione

Ex Ilva, la mobilitazione continua: domani assemblea in fabbrica. Toti e Bucci convocano i sindacati fotogallery

Dopo la manifestazione che ha bloccato Cornigliano possibili nuove iniziative di protesta. La Rsu: "Basta cassa integrazione e subito manutenzione, chi governa la fabbrica deve metterci i soldi"

Protesta Ex Ilva due ottobre

Genova. Prosegue la mobilitazione dei lavoratori ex Ilva di Genova. Dopo la manifestazione di questa mattina che ha bloccato le strade di Cornigliano, con tanto di mezzi usciti dalla fabbrica e portati in corteo, lo sciopero di 24 ore proclamato all’alba continua con un presidio permanente all’interno dello stabilimento. Domani mattina alle 8.00 è stata convocata una nuova assemblea davanti all’entrata e non si escludono nuove iniziative di protesta in città.

Nel frattempo è arrivata ufficialmente la convocazione da parte della Regione per un incontro mercoledì 4 ottobre alle 12.30 nella sede di piazza De Ferrari. Saranno presenti il presidente Giovanni Toti (che già in mattinata aveva offerto disponibilità per interloquire coi sindacati una volta terminati gli impegni istituzionali al festival delle Regioni con Mattarella e Meloni) e il sindaco Marco Bucci.

“Confermiamo lo stato di agitazione di tutti i lavoratori del sito di Cornigliano – si legge nella nota diffusa dalla Rsu nel primo pomeriggio -. Confermiamo il presidio sulle portinerie con i lavoratori fino al termine dello stato di agitazione. Lo sciopero proclamato per la giornata di oggi si concluderà domani mattina alle 7.00. Con la manifestazione per le strade della città abbiamo voluto sollecitare il governo sui tempi della trattativa con l’investitore privato. Basta cassa integrazione e subito manutenzione sugli impianti, il governo batta un colpo. Non ci interessa parteggiare per Invitalia o per Mittal, ma chi governa questa fabbrica da Taranto a Genova a Novi deve mettere i soldi per far funzionare gli impianti”.

Stamattina, dopo l’assemblea di fronte alla portineria, la decisione di muoversi in corteo con una ruspa e un carrellone per dare un segnale alle istituzioni coinvolte. I lavoratori hanno bloccato la strada Guido Rossa, quindi via Cornigliano e la rotatoria della Fiumara prima di tornare in fabbrica. I mezzi sono rimasti al di fuori dei varchi dello stabilimento, pronti a rimettersi in marcia. Domani sarà da monitorare anche la situazione Ansaldo Energia: i sindacati non hanno indetto scioperi ma domani è probabile che una manifestazione spontanea prenda vita ai Magazzini del Cotone in occasione del convegno per i 170 anni dell’azienda.

“Abbiamo aperto le grate consapevoli di quello che abbiamo fatto e andiamo fino in fondo – ha detto oggi in assemblea Armando Palombo, Rsu Fiom Cgil -. Sono anni, da quando hanno creato Acciaierie d’Italia, che Mittal ha deconsolidato. E tutti i governi, che l’abbia firmato o no il sindacato, hanno concesso la cassa integrazione. La parola d’ordine è questa: basta cassa integrazione, siamo stufi. ArcelorMittal Europa vendeva 3 milioni di tonnellate, ora ne vende 5. Non dobbiamo essere tranquilli perché il 12 del mese qualcosa arriva sempre. Genova deve mettere in campo tutta la sua tradizione, un po’ alla francese. Genova deve far sentire la sua voce e so che la città lo ha ben chiaro, tutti hanno un amico che lavora all’Ilva”.

“La manifestazione di oggi è per dire basta a questa situazione paradossale che stiamo vivendo da tempo, dove dovremmo produrre di più invece siamo ai minimi storici e viene aumentata la cassa integrazione – spiegano il segretario generale della Fim Cisl Liguria Christian Venzano e Nicola Appice della Rsu -. È inaccettabile questo comportamento dell’azienda e il Governo deve esporsi essendo azionista di un azienda strategica per il paese che produce acciaio e che viene ridotta senza motivo ai minimi storici su tutto e su tutti i siti. Non abbiamo evidenza di dove sono finiti i 680 milioni, non ci sono stati gli investimenti dichiarati, non arrivano i pezzi e non si fanno le manutenzioni, mettendo fortemente a rischio la sicurezza dei lavoratori. Bene l’incontro di mercoledì col presidente della Regione Toti e che adesso anche le istituzioni locali si espongano in maniera chiara sull’importanza della siderurgia nel nostro paese e per l’importanza del sito di Genova”.

“Ci stanno spegnendo piano piano, un programma studiato da tempo – ha aggiunto Fabio Ceraudo della Usb -. Il Governo ha avuto il coraggio di chiedere a noi cosa volevamo. Lo diciamo da tempo: vogliamo che la fabbrica continui a produrre e che ci sia un rilancio della siderurgia. Gli impianti stanno cadendo a pezzi e nessuno ci mette mano. Abbiamo fatto denunce ma nessuno risponde. Non vogliamo fare la fine della Thyssen. Gli enti preposti sono assenti in tutto e per tutto. A Genova un accordo di programma lo abbiamo ed esigiamo che sia rispettato. Il sindaco Bucci e Toti pensano a piazzare nuovi insediamenti, ma non per dare lavoro a noi, ma per dare lavoro a chi interessa a loro, ai terminalisti. Ricordiamo che le aree di Spinelli occupano 40 dipendenti. L’acciaio è un asset fondamentale: eravamo 12mila ai tempi, siamo rimasti mille”.

Nel frattempo, a margine di un convegno a Taranto, l’ad Morselli ha commentato la protesta genovese che ha fatto seguito a quella del 28 settembre nella città pugliese: “Nessuna azienda al collasso. In questi 4 anni abbiamo creato un’azienda completamente diversa e abbiamo fatto tanto. Credo che questi allarmi possono essere utili per essere ascoltati e per illuminare qualcuno e qualcosa – ha detto -. Ci sono momenti più tesi, noi cerchiamo di ascoltare sempre tutti. Non ci sono soluzioni facili e vie brevi, ma in questi quattro anni tanto è stato fatto tanto. Abbiamo fatto cose belle, come la settimana scorsa quando sono arrivati 500 clienti, imprenditori e persone importanti, e sono venuti più del previsto. Questa azienda è completamente diversa rispetto a quattro anni fa: è molto più bella, più forte e potente. Non è un momento brutto”.

Nonostante le rassicurazioni di Morselli, oltre alle emergenze in fabbrica denunciate dai sindacati c’è pure l’allarme lanciato dalla Sms Guido Rossa che fa sapere di attendere il pagamento di 96mila euro da parte di Acciaierie d’Italia. L’azienda “non ha ancora pagato una rata di quanto dovuto nel 2023 secondo gli accordi sindacali sottoscritti – si legge in un comunicato -. Con quei soldi normalmente pensiamo allo studio e al tempo libero degli oltre 900 figli dei lavoratori dello stabilimento. Borse di studio, buoni giocattoli natalizi, colonie invernali, colonie estive, corsi di vela, nonché supporto ai lavoratori in Cig. Tutto rischia di andare in fumo. In tanti si devono vergognare, sicuramente non i lavoratori”.

leggi anche
morselli
Il commento
Ex Ilva, l’ad Morselli: “Non è un momento brutto per l’azienda, in quattro anni più bella e potente”
Protesta Ex Ilva due ottobre
Protesta
Ex Ilva, sciopero contro la cassa integrazione: operai e ruspe bloccano le strade del ponente

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.