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Affitti brevi, Ape Confedilizia contro il nuovo decreto: “No al divieto di affitto per una sola notte”

L'ultima versione del testo prevede che "il contratto di locazione per finalità turistiche nei comuni capoluoghi non può avere una durata inferiore a due notti consecutive"

genova vista spianata tetti

Genova. Il tema degli affitti brevi è stato al centro dell’incontro che si è tenuto nella sede di Ape Confedilizia Genova venerdì, cui hanno partecipato anche il presidente nazionale Giorgio Spaziani Testa e Vincenzo Nasini, vicepresidente nazionale e presidente della sezione genovese.

Un focus è stato dedicato in particolare al disegno di legge che vorrebbe introdurre il divieto di affitto per un solo pernottamento e anche attivare una procedura che consideri imprenditore l’affittuario che dispone per le locazioni brevi di più di due appartamenti: “È importante che la prima proposta di attuare la norma con decreto d’urgenza, avanzata inizialmente dal ministro Santanché, sia stata ritirata – ha detto Spaziani Testa – si provvederà con un disegno di legge. Ma resta l’assurda pretesa che siano gli affitti brevi siano un problema rispetto all’offerta di case da locale. I dati confermano che le cose stanno diversamente e che l’unica motivazione che spinge i promotori della legge è quella di favorire gli alberghi”.

Obiettivo del decreto, fornire regole uniformi a livello nazionale per le locazioni per finalità turistiche, contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore e imporre il rispetto di requisiti igienico-sanitari e di sicurezza degli immobili dati in affitto. L’ultima versione del testo prevede che “il contratto di locazione per finalità turistiche avente ad oggetto uno o più immobili ad uso abitativo, nei comuni capoluoghi delle città metropolitane non può avere una durata inferiore a due notti consecutive”. Lo scopo è anche evitare che gli appartamenti vengano utilizzati esclusivamente per scopi turistici, tagliando fuori tutta la fascia di popolazione che necessita di alloggi in affitto a lungo termine.

Su questo si schiera Ape Confedilizia, ricordando che  su Airbnb, una delle principali piattaforme di affitto case vacanza, secondo un aggiornamento di ottobre 2023 gli appartamenti in affitto per uso turistico sono 729: “Un numero esiguo rispetto al totale delle case in affitto con contatti lunghi”, sottolinea Nasini. Se poi si guarda ad altre località che sono prettamente turistiche come Rapallo (959 appartamenti per locazioni brevi), Sanremo (1276), Alassio (1143) e Cinque Terre (1680) risulta ancora più evidente che “le aree maggiormente vocate agli affitti brevi sono quelle turistiche; l’offerta di appartamenti alle Cinque Terre è doppia rispetto a quella di una grande città come Genova. Questo significa anche che i timori relativi a una diminuzione dell’offerta abitativa prima casa nelle grandi città come Genova a causa degli affitti brevi sono fortemente ridimensionati e rappresentano un falso problema, come Confedilizia ha sempre detto”.

Spaziani Testa, dal canto suo, ha ricordato che la norma “è stata contestato da ben 13 associazioni. Se esistono problemi di mancanza di offerta di case in affitto la strada maestra è incentivare l’affitto lungo. Garantire proprietari rispetto ai rischi di rientrare in possesso dopo morosità.  Ricordo che in quest’ottica il blocco degli sfratti del 2020 e 2021 è stato devastante, perché molti proprietari dopo quella fase di blocco hanno paura ad affittare”.

Nel corso della conferenza stampa si è poi toccato l’altro tema importante e attuale: quello delle cosiddette “case green”. Manca una settimana esatta alla data che si preannuncia decisiva per le sorti della proposta di direttiva europea sull’efficientamento energetico degli edifici (la cosiddetta direttiva “case green”). Per giovedì 12 ottobre, infatti, è fissata una riunione molto particolare del “trilogo” (il negoziato fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue). Si tratterà di una riunione che inizierà in tarda serata e che sarà svolta in modalità “open ended”, ovvero senza limiti di tempo per le trattative, che potranno terminare solo al raggiungimento di un accordo tra le parti: “L’intento, evidente, è di cercare di chiudere in fretta la partita della direttiva per evitare il rischio che nuove maggioranze politiche possano, nella prossima legislatura europea, stravolgere l’impianto di questo come di altri provvedimenti compresi nel Green Deal”.

“Lanciamo un ultimo, accorato appello al Governo – ha concluso Spaziani Testa – affinché, in coerenza con gli impegni assunti in Parlamento, svolga ogni azione possibile per scongiurare l’approvazione di una normativa che per l’Italia sarebbe devastante. Non possiamo credere che, anche dopo la netta contrarietà alla proposta espressa da ben tre Ministri di un Paese importante come la Germania, non si riesca a impedire che un provvedimento intriso di ideologia e fanatismo veda la luce”.

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