I dati

A Genova oltre la metà degli immigrati di tutta la Liguria: l’identikit dei “nuovi genovesi”

Nel capoluogo ligure vivono 74.595 persone di nazionalità straniera, che rappresentano il 9,2% della popolazione. La fotografia dal Dossier Immigrazione

vista tetti genova spianata

Genova. Sono quasi 147.000 le persone straniere residenti in Liguria, su un totale di 1.502.624 residenti, con una crescita dello 0,8% rispetto all’anno precedente e un’incidenza sulla popolazione del 9,8%. La metà vive a Genova: 74.595 persone, che rappresentano il 9,2% della popolazione.

I dati emergono dall’ultimo Dossier Immigrazione, relativo al 2023 ed elaborato in Liguria del Centro Medì. Un fascicolo che finisce uno spaccato dei “nuovi genovesi” e dei “nuovi liguri”, confermando come a oggi la forza lavoro straniera sia fondamentale per rispondere alla domanda del mercato, e come le politiche relative all’immigrazione, oggi, continuino a gestire e a trattare la situazione più come un’emergenza che come qualcosa su cui investire a lungo termine.

A oggi il quadro, nella nostra regione, è parecchio cambiato rispetto a un ventenne fa. La Liguria si caratterizza per un 44,3% di europei, la maggior parte di nazionalità romena, distribuiti tra Est Europa e Unione Europea, in aumento rispetto agli anni precedenti. Seguono i cittadini dall’Africa, che costituiscono il 22%, sostanzialmente dall’Africa settentrionale e in misura minore dall’Africa occidentale. Dall’America centrale e settentrionale proviene il 19% delle persone di cittadinanza straniera, il 14,2% sono dall’Asia, con un incremento negli ultimi anni dai paesi del Sud-Est Asiatico.

I residenti romeni, come detto, sono quelli che sono cresciuti di più (dell’8,4%), superando i cittadini albanesi. L’incremento dall’Asia è costituito soprattutto da bangladesi (+4,9%) e pakistani (+5,4%). Confermata la ripresa dei flussi nel 2022, evidente anche dai dati dei soggiornanti, che sono saliti da 113.373 a 122.988 nel 2022. Se si osservano, invece, i permessi di soggiorno rilasciati nel corso del 2002 si notano due processi: un incremento dei permessi per ricongiungimento familiare, che sono passati da 4.013 a 5.421 (+35%), segno del percorso di stabilizzazione e integrazione nel paese, e la situazione dei richiedenti asilo e rifugiati.

Il 2022 in particolare vede un raddoppio dei permessi rilasciati per protezione internazionale da 5.497 a 12.848 nello stock e da 1.108 a 8.188 nei nuovi rilasci. Questa situazione è legata soprattutto ai permessi rilasciati agli ucraini (5.759 su 8.188 – praticamente 7 su 10). Escludendo la situazione Ucraina, i soggiornanti per protezione passano da 1.108 a 2.429, con rifletti anche sui numeri dei centri di accoglienza che da 3.306 a fine 2021 sono saliti a 4.936 a fine 2022. Appare chiaro, dunque, che gli arrivi per motivi di lavoro sono ancora molto bassi rispetto agli altri due: i 1.849 permessi di soggiorno rilasciati contengono dentro ancora i risultati del provvedimento di emersione del 2020 (ben 1.424 sui 1.849 – quasi 8 su 10). Se togliamo questo numero, rimangono solo 425 nuovi permessi di soggiorno rilasciati per lavoro.

Confermato anche l’aumento di giovani che arrivano in Italia dall’estero. La popolazione straniera è sempre demograficamente “giovane”, cioè composta per lo più da giovani e da adulti, il che contribuisce a frenare il calo demografico della popolazione. Sono oltre 26mila gli studenti di cittadinanza straniera nelle scuole liguri, con percentuali diverse nei vari ordini di scuola. La loro incidenza sul totale degli alunni è del 14,4% con alcune differenze tra i vari ordini di scuola. Non è variata molto nell’ultimo decennio (tale incidenza era dell’11,2% dieci anni fa), ciò che è cambiato è la composizione di questi ragazzi: oggi sono per lo più seconde generazioni nate in Italia (quasi il 65%) mentre 10 anni fa tale quota sfiorava il 40%.

Se permangono ancora delle differenze e delle difficoltà nei percorsi dei ragazzi, sono comunque innegabili dei miglioramenti rispetto al passato: sono migliorati gli indicatori relativi ai risultati scolastici con un rallentamento negli ultimi cinque anni degli abbandoni e dei Neet. Segnali positivi emergono anche dalla scelta degli istituti superiori, visto che l’anno scolastico 2021/2022 mostra un’equa tripartizione tra licei (frequentati dal 31,4% degli studenti stranieri), istituti tecnici (34,3%) e professionali (34,4%), un deciso cambiamento rispetto ad un decennio fa quando gli istituti professionali assorbivano quasi la metà degli studenti stranieri (45,7% nell’a.s. 2012/2013).

“I numeri relativi ai minori sono in crescita nei contesti metropolitani, e va detto che quest’anno il sistema di protezione e le richieste di asilo e dei rifugiati è ampliato dalla situazione Ucraina – spiega Deborah Erminio, sociologa e co-autrice dello studio ligure per il Dissier – sette su 10 nuovi permessi di soggiorno sono legati alla situazione ucraina, e le esplosioni di certi numeri sono condizionate da questo fenomeno. Al netto di questo, c’è un tema che forse manca un po’ di ragionamento più ampio. In questo paese storicamente mancano politiche migratorie, si continua a pensare alla nave da cui sbarcano gli ‘invasori’, e dunque anche le politiche faticano a riuscire a dominare questa complessità e leggerla nel lungo periodo, così da governarla nel lungo periodo. Manca la visione, anche se ci sono stati cambiamenti: le quote per flussi in entrata sono state modificate, ma vedremo nei prossimi anni i risultati, con l’auspicio che aumentino gli ingressi per motivi di lavoro”.

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