Primavera 1

Sampdoria Primavera, un pareggio amaro (2-2) con il Lecce

Due punti buttati in pieno recupero, in dieci contro nove

Samp primavera

Bogliasco.  Due punti buttati in pieno recupero al “3 Campanili” di Bogliasco dalla Sampdoria che, nella 4a giornata del campionato Primavera 1 TIM ‘23/24, ha affrontato il Lecce, che è sì Campione d’Italia in carica, ma che è incappato, quest’anno, in un avvio stentato (due sconfitte e due pareggi, con quello odierno).

Rimasto in nove contro dieci (per un eccessivo e generale ricorso ai cartellini dell’arbitro, su un campo che definire scivoloso, sarebbe un eufemismo), il Lecce, si è riversato nella metà campo doriana, tanto da raggiungere, al 92° su corner dell’anglo irlandese Ed McJannet, il 2-2 finale, con un azzeccato colpo di testa del romeno Razvan Pascalau, uno dei due corazzieri difensivi (l’altro è il bosniaco Zinedin Smajlovic), che – non avendo più nulla da perdere – hanno iniziato a stazionare più nell’area blucerchiata che nella loro.

Tanti i nomi stranieri, fra i salentini, ma non poteva essere altrimenti con un Pantaleo Corvino, che ha sfruttato le sue grandi conoscenze dei mercati oltre confine, per mettere insieme una rosa da ‘torre di babele’, tanto è vero che l’undici di partenza giallorosso è tutto estero, come si può constatare dai tabellini:

Lecce (4-3-3): Lampinen; Munoz (dal 76° Johnson), Pascalau, Smajlovic, Addo (dal 33° Casalongue); McJannetVulturar, Baxter (dal 61° Minerva); Bosko Jemo, Kodor (dal 76° Bruhn), Daka. A disposizione: Leone, Herceg, Agrimi, Lukoki, Zivanovic, Adewale, Dell’Acqua. 

Sampdoria (4-3-3): Scardigno; Porzi, D’Amore, Costantino, Langella; Alesi (dall’80° Lotjonen), Valisena (dal 75° Buyla), Conti (dal 65° Uberti); Chilafi, Polli, Ntanda (dal 75° Ovalle Santos). A disposizione: Gentile, Gomes, Kasza, Devic, Dacourt, Ventre, Balduzzi. 

Peraltro, a nostro avviso, il migliore in campo del Lecce, è stato l’italo albanese Dario Daka, capace di andare a farsi falciare sulla riga dell’area di rigore (dentro o fuori? Ci sarebbe voluto il VAR) dall’irruente Fabiano D’Amore e poi a trasformare il penalty concesso dal direttore di gara, che si dimostrerà alquanto decisionista, anche con le espulsioni dell’argentino Octavio  Casalongue e del romeno Catalin Vulturar, oltre che di Matteo Langella.

 Un vantaggio, quello salentino, ottenuto alla mezz’ora, tutto sommato non meritato, perché prima il biondo portiere norvegese Simo Lampinen, aveva fatto un paio di interventi consecutivi e decisivi su Gabriele Alesi e Luca Polli (fra i migliori), mentre un pericoloso Samuel Ntanda Lukisa non aveva inquadrato, per poco, lo specchio con una bomba un paio di minuti prima di subire lo 0-1.

Ma questo è il foot-ball e così dopo una bella deviazione in corner di Nicholas Scardigno, su tiro di McJannet, è arrivato l’1-1, su una conclusione di Alesi non trattenuta da Lampinen e ribattuta in rete da Ardijan Chilafi, con un tempestivo tap in.

 Stessa regola del calcio ad inizio ripresa, quando Ilario Porzi, in scivolata, ha impedito un 1-2 che sembrava fatto e poco dopo è stata la traversa a salvare il Doria, consentendo il ribaltamento del risultato (2-1), con un fallo di Vulturar (e relativa espulsione) in area ai danni di Polli, che freddamente ha trasformato il rigore.

Gli altri precitati rossi (a Langella e Casalongue), sembravano non spostare gli equilibri, ma lo stacco di testa di Pascalau ha lasciato l’amaro in bocca ai blucerchiati, sia in campo che sugli spalti, anche perché poco prima del triplice fischio di chiusura ostilità, il portiere del Lecce ha compiuto una straordinaria parata, negando a Polli il goal della vittoria.

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