Il punto

Porto di Rapallo, i sindacati: “Sciogliere il nodo sulla concessone e ridare subito lavoro”

"Il Comune di Rapallo deve rispondere in fretta nel merito per dare corso alle aspettative di chi vuole lavorare e all’incremento dei turisti, occasione mancata per il 2023, esperienza da non ripetere nel 2024"

rapallo porto

Rapallo.” Filcams Cgil e Fisascat Cisl apprendono con sollievo che la nuova gestione del Porto Carlo Riva è ufficialmente stata affidata alla Società Argo Srl del gruppo Bizzi. Dal 2018, anno della devastante mareggiata, 16 ormeggiatori combattono per mantenere il posto di lavoro e una retribuzione dignitosa”.

Questo il commento di Filcams Cgil e Fisascat Cisl Genova e Tigullio sulla situazione del porto di Rapallo, diffuso questa mattina con una nota congiunta: “Con la distruzione del Porto questi lavoratori hanno subito diverse traversie tra le quali la procedura di concordato preventivo che ha interessato la precedente società Porto Carlo Riva e il fermo dovuto alla pandemia, condizioni che hanno impattato pesantemente e negativamente sulla situazione economica loro e delle loro famiglie”.

“Grazie all’impegno della Società Porto Turistico Internazionale di Rapallo Spa (PTIR) nel mantenere in carico questi lavoratori, nonostante il fermo delle attività a mare e grazie ai numerosi accordi sottoscritti con Filcams e Fisascat, si è riusciti a garantire loro il 40 % della retribuzione, in modo che potessero fruire di una sorta di “ammortizzatore” fino alla riapertura del porto – continua la nota – Dalla stampa si apprende come sia la bozza di stipula di convenzione con PTIR, sia l’atteso atto suppletivo della concessione demaniale, abbiano suscitato reazioni e polemiche in ambito politico e privato. Leggiamo di delibere, di richiesta di valutazioni legali, di ampliamento di progetti: tutto legittimo ma ricordiamoci che in mezzo ci sono 16 lavoratori che anelano l’apertura del porto e chiedono garanzie di stabilità economica”.

“Il Comune di Rapallo deve rispondere in fretta nel merito per dare corso alle aspettative di chi vuole lavorare e all’incremento dei turisti, occasione mancata per il 2023, esperienza da non ripetere nel 2024”, concludono i sindacati.

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