Genova. A Rivarolo non si fermano le proteste contro la realizzazione di un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati.
Anche ieri sera, nonostante il nubifragio, un nutrito gruppo di residenti si è ritrovato a presidiare via Negrotto Cambiaso, la strada che porta a Begato, per impedire il lavoro di chi sta sistemando i container-moduli abitativi dove dovrebbero trovare “casa” tra i 20 e i 30 ragazzi.
La protesta, come la sera precedente, era tesa a bloccare l’arrivo dei tir che trasportano i container. Tir che operano solo la sera per evitare di bloccare il traffico sulla stretta arteria collinare. La manifestazione è stata pacifica e non ci sono stati momenti di tensione anche se alla fine, diversamente da martedì, un camion è stato fatto transitare. Sul posto anche le forze dell’ordine.
Nell’attesa dell’assemblea pubblica di questo pomeriggio alle 17, voluta dal presidente del municipio Federico Romeo, il sindaco di Genova Marco Bucci – nella bufera nei giorni scorsi per aver definito i container appartamentini – ha però deciso di convocare a palazzo Tursi una delegazione dei residenti. Si tratta di un gruppo di genitori che, in queste ore, ha espresso a gran voce la contrarietà al campo gestito dalla cooperativa Misecoop con l’autorizzazione del Comune stesso.
L’incontro nell’ufficio del sindaco si sostituisce quindi alla richiesta del municipio di avere stasera all’assemblea un esponente di giunta, si trattasse dell’assessore Lorenza Rosso, al Sociale (la direzione che si occupa dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati) o Sergio Gambino, Sicurezza. Non è prevista quindi una “controparte” all’appuntamento delle 17 che si terrà, con qualsiasi condizione meteo, davanti all’ex circolo Ricciotti, nel cui parcheggio sorgerà il campo.
Le famiglie di residenti, stamani a Tursi, ancora una volta hanno sottolineato come la protesta non sia contro i ragazzi che arriveranno ma per l’inadeguatezza del sito e della modalità scelta.
Il consigliere municipale della Valpolcevera Mirko Carissimo, in contatto con i residenti e abitante della zona, fa notare come l’installazione di un campo per ragazzi stranieri in quell’area di sosta non rientri minimamente nei parametri del ministero dell’Interno né per i centri di permanenza temporanei né per quelli di identificazione.
“Peraltro la normativa non prende in considerazione posti vicini a quartieri molto popolati, eppure vicino ci sono il quartiere Torbella, Begato, le alture di Rivarolo, una zona ad altissima densità – spiega – ma al di là delle normative, questi ragazzi dormiranno nella scatole e poi? Non hanno neanche uno spiazzo per giocare a pallone, non è chiaro se andranno a scuola o faranno altre attività”.
Ma tra gli abitanti di Rivarolo e Begato i motivi di preoccupazione hanno tante sfumature. C’è chi teme che si verifichino risse ed episodi di criminalità. Chi ha paura che ci sia una svalutazione degli immobili vicini. Chi chiede che non si aggiunga “degrado a degrado”. Ma il sentimento più diffuso è la delusione. “Chiediamo da anni servizi per il quartiere, ci ritroviamo questo accampamento – dice Daniela – perché le servitù arrivano sempre nelle stesse zone, perché non portare questi ragazzi ad Albaro o nel levante?“.
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