Genova. Salgono a 39 i richiedenti asilo ospitati nelle tende allestite a Voltri nei giorni scorsi per accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa e destinati a Genova dal ministero dell’Interno.
Ai 19 arrivati lunedì da Porto Empedocle se ne sono aggiunti, nella notte, altri 20, tutti uomini e provenienti dalle aree di maggior conflitto (Burkina Faso, Niger, Mali), arrivati da Lampedusa e sistemati nell’area gestita dalla Croce Bianca negli ex cantieri navali Costaguta. Il centro temporaneo allestito a Voltri, dunque, ha già superato la metà della capienza, visto che le tende sono 10 e predisposte per accogliere 6 persone ciascuna.
A Rivarolo, invece, a trasformarsi in centro temporaneo di accoglienza per minori stranieri non accompagnati (tra i 20 e i 30) sono stati alcuni container sistemati in via Pierino Negrotto Cambiaso, sulle alture del quartiere. Una soluzione che non convince il presidente del Municipio, Federico Romeo, che ha definito la soluzione adottata dalla cooperativa Misecoop “una vergogna senza alcun rispetto della dignità delle persone. Un sito inadeguato sotto tutti i punti di vista, questa la chiamano accoglienza? – ha detto Romeo – Il nostro Municipio non si è mai sottratto a dare una mano e siamo a disposizione per ogni soluzione alternativa ma sempre nel rispetto della dignità delle persone”, concluse il presidente di Municipio, che per venerdì 22 settembre alle 17 ha indetto un’assemblea pubblica nel parcheggio.
Sulla questione, a margine del consiglio comunale, il commento del sindaco Marco Bucci: “Se ci stanno gli operai che lavorano nei cantieri, e magari ci vivono per anni, ci possono stare anche i minori stranieri non accompagnati, quelli che sono stati posizionati a Rivarolo non sono container, sono appartamentini”.
Il ponente genovese finisce dunque nuovamente nell’occhio del ciclone, con residenti e amministratori che protestano per la decisione di destinare i richiedenti asilo a zone già gravate da diverse criticità e lamentano mancanza di comunicazione. Nella giornata di lunedì, in concomitanza con i primi arrivi, il consigliere regionale della Lega Alessio Piana e l’assessore comunale Francesca Corso, segretario provinciale della Lega, hanno chiesto l’istituzione di un presidio fisso delle forze dell’ordine nell’area in cui sono state allestite le tende, ribadendo che “Genova è satura e non ha più spazi per ospitare migranti, adulti o minori che siano”.
Il Pd ha invece espresso preoccupazione per quanto sottolineato dal presidente del Municipio VII, Guido Barbazza, che ha parlato di un’assenza di dialogo con la prefettura e il Comune per la destinazione dei richiedenti asilo e l’allestimento delle tende: “L’arrivo a Voltri di 50 persone sbarcate nei giorni scorsi sulle coste di Lampedusa vedrà, ne siamo certi, la solidarietà e la partecipazione del tessuto associativo e di volontariato del territorio, che sempre si è attivato di fronte ad emergenze di tipo umanitario. In questo senso le parole del presidente del Municipio, che consegna alla stampa la sua estraneità alla gestione dell’accoglienza, preoccupano per il dovuto e necessario dialogo con il territorio”.
“Non può, infine, non destare perplessità la scelta di un capannone industriale per accogliere persone per le quali risultano al momento sconosciute le condizioni fisiche e psicologiche, il numero di minori non accompagnati o i percorsi e le tempistiche che si immaginano per un’accoglienza dignitosa – proseguono i rappresentanti dem locali – Nell’auspicare che il Governo abbandoni la gestione miope del fenomeno migratorio attuata in questi mesi e abbracci la strada della cooperazione europea, chiediamo intanto che l’amministrazione genovese si faccia carico della situazione di Voltri con responsabilità e trasparenza, poiché riteniamo che coinvolgere e informare – anche nei tempi stretti dell’emergenza – sia il solo modo di costruire veri percorsi di accoglienza e per non pregiudicare l’impegno del territorio”.
leggi anche

Migranti, a Rivarolo i container per i minori stranieri. Il presidente del municipio: “Sito inadeguato e senza dignità”
