Genova. E’ comparsa all’improvviso, ma fin da subito tutti hanno iniziato a parlare di lei. E’ la nuova e gigantesca luce di segnalazione installata sulla sommità di un’antenna per la telefonia mobile, sorta sul tetto di un palazzo in via Bologna, nel cuore di San Teodoro, la cui luminosità notturna da giorni sta letteralmente tenendo svegli centinaia di residenti.
La luce è stata installata lo scorso venerdì, e con il primo calare della sera a tutti è diventata evidente l’insostenibilità della situazione: un faro potentissimo che proietta su tutti i palazzi circostanti una luce a intermittenza che di fatto illumina a giorno case, stanze e terrazzi.
Da subito è scattata la mobilitazione dei residenti, che prima hanno avvertito le autorità, tramite la polizia locale, e successivamente si sono attivati per ricostruire la vicenda e provare a rimediare alla situazione. Secondo quanto emerso, si tratta di una luce di segnalazione prevista dal regolamento Enac, vale a dire l’Ente nazionale aviazione civile, che impone per le antenne situate nel cono aereo di un aeroporto e che superino una certa quota – come in questo caso – l’apposizione di un segnale luminoso conforme.

“L’antenna su quel palazzo c’è da anni – ci racconta Paolo Michieli, residente della zona le cui finestre di casa sono esattamente di fronte alla nuova ‘lanterna’ – ma recentemente è stata alzata per fare posto ai nuovi ripetitori necessari per la rete 5G di Wind Tre. Abbiamo verificato tutte le procedure: la richiesta di installazione dell’antenna è stata regolarmente approvata da Enac, previa installazione del segnale luminoso”.
Una situazione tragicomicamente particolare: l’antenna si trova in uno dei palazzi più bassi del circondario, e a pochi metri ci sono i monti di Granarolo. Difficile immaginare da lì il disturbo agli aerei in partenza e arrivo dal Cristoforo Colombo. “Tutti i passaggi formali burocratici sono stati rispettati – osserva Michieli – ma evidentemente c’è stato un difetto di istruttoria, perché è evidente quanto questo dispositivo sia incompatibile con una zona residenziale”.
Nel frattempo il tutto è stato segnalato ad Arpal e al Reparto Ambiente della Polizia Locale che già oggi ha effettuato sopralluoghi. Ma Comune e Arpal sembra non possano fare nulla, mentre la responsabilità della luce rimane all’Enac: “A quanto abbiamo appreso, la problematica sarebbe arrivata al tavolo dell’ente – spiega Michieli – che potrebbe cambiare la prescrizione. La normativa, infatti, prevede che, a fronte di ostacoli per la navigazione aerea a bassa quota, sia possibile prevedere la mera segnalazione cartografica di ostacolo, e non quindi necessariamente un faro luminoso di quella portata”.

“Speriamo che ci siano tutti gli elementi per arrivare ad una soluzione il più rapidamente possibile – conclude Paolo Michieli – noi comunque come residenti siamo pronti a intraprende tutte le azioni legali necessarie per tutelare il nostro sonno e la nostra salute”. La situazione quindi potrebbe risolversi con un tratto di penna, anche se resta l’assurdità di una procedimento burocratico ‘cieco’ di fronte alla realtà su cui incide. E l’amara conferma che a dover provvedere alla difesa dei propri diritti debbano essere i soliti cittadini volenterosi e “illuminati”. Loro malgrado nel vero senso della parola.
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