Genova. “I dati si aggiornano di ora in ora, crescono a dismisura, e dimostrano apertamente come potrebbe prospettarsi, dai qui ai prossimi mesi, un vero e proprio esodo di operatori sanitari verso il Medio Oriente.”
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, che lancia l’allarme per un possibile esodo di massa delle nostre eccellenze, che all’estero, e in particolare nei paesi arabi, oggi sono valorizzati al massimo. “Dalle nostre prime verifiche emerge che è tutto vero: in questo momento ci sono numerose posizioni apert , nell’ambito di svariati setting specialistici, che mettono a disposizione uno stipendio base 3400 euro al mese netti, non un euro di meno, addirittura esentasse per un infermiere italiano negli Emirati Arabi, con alloggio pagato, e benefit extra, due viaggi pagati per l’Italia e un supporto notevole per l’eventuale integrazione sociale di moglie e figli. Dai 3400 euro netti si può arrivare anche fino a 6mila euro mensili”.
“Inutile nasconderci – continua De Palma – Siamo di fronte a quella che in Italia, oggi, con poco più di 1400/1500 euro al mese, turni massacranti, carenza di personale e violenze giornaliere con cui fare i conti, appare a molti come una triste realtà da cui non resta che fuggire a gambe levate. Quanto sta accadendo ci racconta che non si tratta più solo di una questione economica, ma ai nostri professionisti vengono offerte prospettive di vita incredibilmente affascinanti, con la possibilità , non di poco conto, per chi ha famiglia, di offrire ai propri figli un futuro con maggiori certezze”.
“La geografia della sanità mondiale è mutata – conclude – i paesi del Medioriente investono circa il 10% del proprio Pil nella sanità, ed il gap con nazioni come le nostre, organizzativamente parlando, rischia di diventare, quindi, incolmabile. E’ triste, e lascia decisamente l’amaro in bocca, dover constatare che l’Italia continua a formare le migliori eccellenze nel mondo sanitario per poi lasciarsele sfuggire e decidere, incredibilmente, di rimpiazzarle, come intendono fare dal Ministero della Salute , con professionisti provenienti dall’estero che non possiedono la nostra stessa formazione”.