Genova. La convocazione finalmente è arrivata e il fatto che il tavolo sia stato convocato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano alla presenza dei ministri competenti potrebbe essere un segnale positivo. L’auspicio è d’obbligo visto che la situazione negli stabilimenti ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, è a dir poco disastrosa. Nonostante le promesse di investimenti fatte nell’ultimo tavolo romano a inizio anno, nulla di tutto questo è accaduto.
La situazione è la stessa di quanto denunciato dai sindacati un anno fa in un comunicato di cui oggi si potrebbe fare copia-incolla: manutenzione a zero, svariati incidenti dovuti a macchinari non funzionanti e non sostituiti, uso massiccio della cassa integrazione e produzione al lumicino. E questo vale per Taranto, per Novi Ligure e per Genova. A Cornigliano per esempio “l’anno scorso abbiamo prodotto 270mila tonnellate di zincato – racconta il coordinatore dell’rsu Armando Palombo – quest’anno non arriveremo a 200mila con un impianto che può arrivare un milione”.
A Taranto addirittura i sindacati hanno prodotto e pagato l’affissione di manifesti 6×3 contro l’ad di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli per denunciare la situazione di una produzione ai minimi storici e la totale assenza di una prospettiva ambientale e industriale.
A gennaio nel tavolo romano Lucia Morselli aveva detto ai sindacati che l’azienda prevedeva per il 2023 una crescita della produzione di circa il 15% rispetto all’anno passato e a marzo aveva dichiarato che nel 2023 si sarebbero prodotti “quattro milioni di tonnellate e poi a crescere fino ad arrivare agli otto milioni per arrivare alla piena occupazione”.
Numeri ben lontani dalla realtà, tanto che due giorni fa è stato proprio il presidente di Acciaierie d’Italia Franco Bernabé a lanciare l’allarme: “Senza investimenti non c’è futuro” ha detto ricordando che il Governo – azionista di minoranza – è perfettamente a conoscenza della situazione. Parole che indubbiamente non potevano lasciare indifferenti i ministri e lo stesso presidente Giorgia Meloni.
A Genova l’rsu di Ilva si è riunita questo pomeriggio: “Ci aspettiamo che dal Governo arrivino risposte ai problemi che abbiamo posto e poniamo tutti i giorni alla direzione” dice una nota. All’incontro romano andranno solo due rappresentanti nazionali per ogni sindacato. Genova starà alla finestra, ma i lavoratori e la città attendono risposte, vale a dire investimenti a stretto giro per evitare quello che il sindacato Usb in una nota denuncia come un “omicidio assistito”.
“Aspettiamo l’esito dell’incontro – chiarisce il coordinatore dell’rsu Palombo – dopodiché faremo le nostre valutazioni. E’ chiaro che se non arrivassero segnali decisi per salvare il lavoro, ci muoveremo di conseguenza con azioni radicali. Gli impianti si fermano e Genova non può aspettare oltre”.