Genova. “I dati Istat sull’occupazione in Liguria sono positivi e finalmente arrivano quasi a colmare il gap occupazionale che avevamo con il nord ovest” così Maurizio Calà segretario generale Cgil Liguria commenta i dati sull’occupazione nel secondo trimestre dell’anno.
La Cgil sottolinea alcuni dati “estremamente preoccupanti: la Liguria con un tasso di disoccupazione del 6,3% resta fanalino di coda del nord ovest che registra una media del 5%. La Liguria sta diventando una regione a vocazione monotematica schiacciata sul terziario che occupa i tre quarti dell’occupazione” commenta Calà.
La Cgil stima che su 642.480 occupati ben 503.790 fanno riferimento al terziario e c’è una lieve riduzione tra i lavoratori dipendenti che perdono 565 unità e scendono a quota 482.540. Cgil sottolinea una criticità anche in agricoltura dove su 9.386 imprese registrate, l’Istat certifica solo 4.480 occupati: in pratica più della metà delle imprese non denuncia occupati.
Gli altri settori in cui si registra una forte contraddizione sono commercio e turismo dove nel secondo trimestre 2023 c’è stato un importante aumento degli arrivi e presenze a cui non è corrisposto un aumento dell’occupazione, ma anzi una pesante contrazione in quanto gli occupati sono calati di 1.516 unità scendendo da 148.785 a 147.269.
“Tutto farebbe pensare che in questi due settori, agricoltura e turismo, vi siano sacche di lavoro non dichiarato – commenta Calà – Sul sistema economico ligure non c’è una capacità programmatoria delle politiche pubbliche e degli investimenti privati con il risultato che saremo costretti a subire gli effetti della conversione produttiva senza avere la capacità di orientare lo sviluppo economico verso settori a maggiore valore aggiunto in termini economici e occupazionali”.