Genova. L’estate 2023 per il turismo a Genova sarà ricordata, tra le altre cose, per gli echi della polemica mediatica rivierasca del “piattino a 2 euro” e per quella squisitamente settoriale dell’aumento della tassa di soggiorno per b&b e affittacamere.
Ma se difficilmente questi “casi” hanno avuto una ricaduta effettiva sull’andamento delle presenze negli hotel a Genova negli ultimi giorni, ci sono altre ragioni che portano gli addetti ai lavori a parlare di un “ferragosto modesto” .
Basta girare nelle strade del centro a Genova per rendersi conto di quale sia la tendenza. I turisti ci sono, eccome, soprattutto nelle zone classiche – porto antico, Strada Nuova, vicoli – ma sono in gran parte croceristi e stranieri.
“Quest’anno abbiamo a Genova perso quasi del tutto gli italiani – dice Laura Gazzolo, coordinatrice sezione Turismo di Confindustria Liguria e alla guida di un noto hotel cittadino – dopo un’estate 2022 straordinaria e i mesi passati altrettanto buoni, a partire dai mesi estivi di quest’anno gli italiani hanno ripreso a viaggiare all’estero e quindi ci siamo trovati un ferragosto modesto”.
Per Gazzolo non è una doccia fredda: “Si tratta di una reazione naturale a tre anni dalla pandemia, gli studi di settore sul mercato del turismo avevano previsto ampiamente che sarebbe andata così, era una tendenza già nota, gli addetti ai lavori se sono tali non devono stupirsi ed è inutile fare polemiche”.
Cosa è utile, però, è adottare strategie per contrastare il calo fisiologico. “Non possiamo pensare che perché i turisti per anni sono venuti a Genova continueranno a farlo, non bisogna sedersi ma semmai organizzare eventi e motivi di ritorno, anche a Ferragosto, anche di chi a Genova è già stato”.
Secondo Laura Gazzolo di Confindustria Turismo Genova le polemiche sulla decisione del Comune di Genova di aumentare l’imposta di soggiorno per b&b e case vacanze da 1,50 a 3 euro, e di tenere a 2 euro l’imposta per gli alberghi e le strutture ricettive, lasciano il tempo che trovano se si tratta di analizzare il calo di turisti.
“Penso che la cifra che bisogna pagare per la tassa soggiorno non faccia la differenza sulla scelta di una meta, semmai la fa perché quell’imposta consente alle amministrazioni di programmare l’offerta culturale e di spettacolo, tutte le città hanno un’imposta di soggiorno turistica e Genova non è certo fra le più alte”.
In attesa che oltre al “polso della situazione” si possa ragionare sui numeri che saranno resi noti dall’osservatorio regionale sul turismo, l’estate 2023 per gli alberghi genovesi è stata anche quella dei rincari. “Ci sono prodotti, penso ai latticini, che sono aumentati del 30%”, dice Gazzolo. Per contrastare la tendenza a una contrazione dei consumi anche nel turismo bisogna fare sì che Genova lavori con i turisti 12 mesi all’anno, come le vere capitali europee. Solo così anche i lavoratori potranno avere un impiego che non si basa sulla stagione”.
E mentre il “ferragosto soft” del turismo genovese raccontato dagli albergatori non coincide troppo con la homepage dei motori di ricerca (in questo weekend, almeno, stanze esaurite al 97% e prezzi alle stelle secondo quanto riscontrato simulando una ricerca su booking.com), si punta sul ritorno dei turisti nordamericani e canadesi, oltre che su un aumento dei tedeschi e francesi.