Genova. “Sono demoralizzato, succede sempre così. È la terza volta che mi capita, non so più cosa fare”. Mauro Galatolo, titolare di un negozio di vendita e assistenza informatica in via dei Macelli di Soziglia, parla col groppo in gola. Fuori dalla sua attività ci sono cataste di materiale da buttare via: computer, lettori Dvd, casse, apparecchiature elettroniche. “Sono migliaia e migliaia di euro, non so quante. Ho perso il conto”.
Sono solo alcuni effetti del pesante nubifragio che ha colpito Genova la scorsa notte. La zona di Soziglia, in particolare, si è trasformata in un reticolo di corsi d’acqua che hanno invaso le attività commerciali. Una scena tutt’altro che nuova. “Appena piove forte si riempie vie Garibaldi, i vicoli che scendono diventano affluenti e via Macelli diventa un torrente di mezzo metro“, spiega Galatolo.

“Dalle sei del mattino sto spalando acqua, ho già buttato via un camioncino di roba e sto aspettando che Amiu ne porti via altra”. Nel magazzino adiacente i segni sugli scatoloni lasciano intuire almeno 20 centimetri di allagamento. Spostarsi altrove? “Quando subisci questi danni non hai più risorse”.

Poco distante c’è Igor Venturi di Art Line: “Nonostante la paratia sono entrati 4-5 centimetri d’acqua, ho buttato via un po’ di merce. Era già successo, ma non a questi livelli”. Ancora più pesante la situazione da Tezenis, catena di abbigliamento intimo di fronte a piazza Campetto: il magazzino al piano interrato è diventato una piscina. In questo caso, come anche in altri negozi, l’acqua non è entrata dalla strada ma dagli scarichi che non hanno più retto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con una pompa per prosciugare i locali.

In vico della Rosa si è allagato un locale confiscato alla mafia: all’interno erano in corso lavori di ristrutturazione per l’insediamento di una nuova attività commerciale. Oggi operai e volontari sono impegnati a portare via l’acqua nelle ceste di plastica. In vico del Ferro, nei pressi dell’ostello Manena, la furia della tempesta ha spezzato un ramo del grande pino monumentale.

A finire sotto accusa è la rete di raccolta dell’acqua piovana, anche se qualcuno potrebbe aver peggiorato la situazione in maniera colposa. “Per gli increduli ho fatto una foto di uno dei tombini che viene coperto dai commercianti dell’area per evitare che la puzza e i topi escano davanti ai clienti – accusa in un post su Facebook Andrea Piccardo, titolare di Mielaus in vico della Rosa, che non ha riportato danni -. Ecco, in questo caso il comportamento è di alcuni, pochi ma decisivi irresponsabili”. Ma proprio sotto via Macelli di Soziglia scorre il rio Sant’Anna, interrato da secoli, che periodicamente esplode allagando la strada medievale che ne ripercorre il tracciato.
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