Genova. “Ti ho visto, hai aggredito quella donna, perché l’hai fatto?”. Sono le 13 di un caldissimo pomeriggio di agosto, e in via Struppa stanno camminando due uomini. Uno di loro ha appena aggredito una sessantunenne a pietrate nei giardini poco distanti, e sta scappando. L’altro è un residente della zona, un trentenne che quando ha sentito la urla della donna si è precipitato fuori ed è intervenuto: è grazie anche a lui, e a un’altra residente che dalla finestra ha assistito alla scena, che i poliziotti del commissariato di San Fruttuoso sono riusciti a bloccare l’aggressore, un senzatetto di 34 anni, e a sottoporlo a fermo.
In via Giro del Fullo i residenti sono ancora sotto choc dopo la brutale aggressione di lunedì pomeriggio. La vittima, una donna che stava passeggiando con il cane, è stata ricoverata in rianimazione all’ospedale San Martino ed è poi stata trasferita nuovamente al Galliera, visto che le sue condizioni sono in miglioramento ed è considerata stabile. L’uomo che le si è accanito contro con una pietra, sferrandole – secondo i testimoni – ben 20 colpi, è invece in stato di fermo con l’accusa di tentato omicidio.
Gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Luca Monteverde, non hanno trovato alcun elemento che potesse far pensare a una conoscenza tra i due o a un movente per l’aggressione: la violenza, almeno stando a quanto ricostruito sino a ora, è stata del tutto gratuita e insensata, un attacco alle spalle scatenato forse dalla scelta della donna di sedersi su una panchina dei giardini per ripararsi dal sole cocente e fare una telefonata al marito. Panchina che il senzatetto aveva scelto come rifugio nei giorni precedenti, e che potrebbe averlo spinto ad aggredirla per “difenderla”.
A intervenire in difesa della vittima, invece, sono stati appunto due residenti. Le urla della donna hanno infranto la quiete dell’ora di pranzo, e sono state molte le persone che le hanno sentite senza capire cosa stesse accadendo. Una residente si è affacciata al balcone, ha visto l’aggressione e ha avvisato il 112, nel frattempo un altro abitante della zona, un ragazzo di trent’anni, è arrivato ai giardini ed è corso verso la donna sanguinante, distesa nella polvere. Quando ha capito, complice anche il racconto dell’altra donna, cosa era accaduto, si è messo all’inseguimento dell’aggressore individuandolo poco più avanti e riconoscendolo grazie agli abiti che aveva indosso. Ha avuto la prontezza di riprenderlo con lo smartphone, e poi lo ha tallonato a distanza di sicurezza sino a quando non sono arrivate le volanti. Gli agenti hanno bloccato l’uomo, a fatica – “Il prossimo che prendo a sassate sei tu“, ha detto a uno di loro – e lo hanno portato in questura.
Dai controlli sono emersi due piccoli precedenti, uno per truffa e uno per furto, ma nulla più. L’uomo non ha detto nulla e non ha spiegato i motivi dell’aggressione, e il marito della donna, al telefono con lei quando è iniziata l’aggressione, ha detto di averla sentita urlare all’improvviso e di non avere poi udito più nulla. Il 34enne deve adesso rispondere di tentato omicidio.